Colangite biliare e diabete sono legati da una relazione causale bidirezionale
Secondo uno studio pubblicato su Frontiers in Endocrinology, tra il diabete di tipo 1 e la colangite biliare primitiva esiste […]
I risultati di uno studio pubblicato su Frontiers in Nutrition, che ha analizzato l’efficacia della dieta a restrizione calorica intermittente (ICR) nella remissione del diabete mellito di tipo 2 (T2D) in contesti di pratica clinica reale, confermano e ampliano le prove già emerse dagli studi randomizzati controllati, suggerendo che l’ICR possa rappresentare un approccio nutrizionale concreto e sostenibile per la remissione del T2D.
“I nostri dati real-world dimostrano che la restrizione calorica intermittente può indurre una remissione del diabete significativa anche al di fuori dei trial clinici controllati” afferma Zhiyong Xiao, della Hunan Agricultural University di Changsha, Cina, che ha guidato il gruppo di lavoro.
Lo studio, condotto su 2.168 pazienti cinesi con T2D tra gennaio 2022 e luglio 2023, ha utilizzato un disegno retrospettivo a doppia coorte. Il gruppo ICR comprendeva 1.069 pazienti che seguivano un regime dietetico a restrizione calorica intermittente, mentre il gruppo di controllo includeva 1.099 soggetti che adottavano le Linee Guida Dietetiche per il Diabete in Cina (edizione 2017). L’endpoint primario era la remissione del diabete, mentre tra gli endpoint secondari figuravano la riduzione dell’uso di farmaci antidiabetici e la variazione della glicemia a digiuno (FBG). I risultati mostrano un tasso di remissione nettamente superiore nel gruppo ICR rispetto al controllo (20% vs 2%), accompagnato da una riduzione dell’uso di farmaci antidiabetici più marcata (61% vs 22%). Dopo aggiustamento con Inverse Probability Weighting (IPW), l’ICR è rimasta significativamente associata alla remissione e alla riduzione dell’utilizzo di farmaci. Le analisi per sottogruppi hanno confermato la consistenza dei benefici dell’ICR indipendentemente dai livelli iniziali di FBG e dalla durata del diabete. Non sono stati riportati eventi avversi rilevanti, suggerendo una buona tollerabilità e sicurezza della strategia nutrizionale anche nella pratica clinica quotidiana. Secondo gli autori, i risultati ottenuti rafforzano l’idea che un intervento dietetico strutturato e intermittente possa agire come strumento terapeutico di prima linea per la remissione del T2D, riducendo la necessità di trattamenti farmacologici prolungati. Tra i limiti del lavoro vengono citati la natura osservazionale dello studio e la dipendenza da dati retrospettivi, che richiedono conferme prospettiche di lungo termine.
Fonte: Front Nutr. 2025
https://www.frontiersin.org/journals/nutrition/articles/10.3389/fnut.2025.1648314/full