Adolescenti: la terapia cognitivo-comportamentale aiuta a evitare l’insonnia

La terapia cognitivo-comportamentale può aiutare gli adolescenti con storia familiare di insonnia a evitare di sviluppare il disturbo. L’evidenza emerge da uno studio condotto a Hong Kong e pubblicato da Pediatrics.


I ricercatori hanno randomizzato 218 adolescenti con insonnia sotto la soglia e anamnesi genitoriale di insonnia a ricevere sedute di gruppo – di un’ora a settimana per quattro settimane – che promuovevano l’igiene del sonno con un approccio modificato alla terapia cognitivo-comportamentale o a far parte di un gruppo di controllo che non riceveva questo intervento.
Il rapporto di randomizzazione è stato di 1:1. Tutti i partecipanti sono stati invitati a tenere diari del sonno e a completare valutazioni di follow-up a sei e 12 mesi.
A 12 mesi, è stata osservata un’incidenza significativamente inferiore sia di insonnia acuta che cronica nel gruppo dell’intervento (5,8%) rispetto a quello di controllo (20,7%), con un hazard ratio di 0,29.


“L’insonnia è prevenibile con un breve programma preventivo”, osserva l’autore principale dello studio, Yun Kwok Wing, del dipartimento di psichiatria della Chinese University di Hong Kong. “Strategie comportamentali e cognitive per intervenire in fasi precoci di insonnia riescono a prevenire la futura insorgenza di insonnia cronica negli adolescenti”.


Le sedute di gruppo condotte da specialisti del sonno hanno usato tecniche della terapia cognitivo-comportamentale concepite per aiutare gli adolescenti a riconoscere i fattori che contribuiscono all’insonnia. Le sedute si sono anche concentrate sull’aiutare i ragazzi a sviluppare strategie come controllo degli stimoli, igiene del sonno e rilassamento per evitare comportamenti e pensieri scatenanti l’insonnia.


I partecipanti nel gruppo dell’intervento sono stati invitati a registrare ed esaminare i loro comportamenti relativi al sonno e ad essere consapevoli dei comportamenti che determinano lo sviluppo di insonnia.
A 12 mesi, gli adolescenti che hanno ricevuto questo intervento presentavano meno vulnerabilità all’insonnia legata allo stress.

Fonte: Pediatrics

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