
Obesità aumenta il rischio di disturbi mentali nel corso della vita
Tra le tante co-morbidità associate all’obesità ci sono anche i disturbi mentali. E questo varrebbe per tutte le fasce d’età, […]
La prevalenza della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) nelle donne è sempre più vicina a quella degli uomini. Le donne, però, sperimenterebbero un maggior carico di sintomi. Questo è dovuto alle differenze strutturali nelle vie aeree polmonari tra i due sessi, che potrebbero essere la causa delle differenze negli esiti della patologia.
Dei ricercatori hanno analizzato i dati di quasi 10.000 partecipanti arruolati nel Genetic Epidemiology of COPD (COPDGene), uno studio di coorte osservazionale prospettico multicentrico su fumatori ed ex fumatori, nonché su non fumatori, di età compresa tra i 45 e gli 80 anni, in 21 centri clinici degli Stati Uniti. La patologia delle vie aeree su immagini TC è stata quantificata utilizzando 7 parametri:
Gli studiosi hanno osservato che nei non fumatori (n = 420), gli uomini avevano pareti delle vie aeree più spesse rispetto alle donne (media ai minimi quadrati, 47,68 ± 0,61 [errore standard] vs 45,78 ± 0,55; differenza, -1. 90; P = .02). Inoltre, dopo aver tenuto conto dell’altezza e della capacità polmonare totale, anche le dimensioni del lume delle vie aeree risultavano inferiori nelle donne rispetto agli uomini (diametro del lume segmentale, 8,05 mm ± 0,14 vs 9,05 mm ± 0,16; differenza, -1,00 mm; P < .001).
Nei fumatori (n = 9363), gli uomini presentavano una maggiore percentuale di area delle pareti delle vie aeree segmentali (media ai minimi quadrati, 52,19 ± 0,16 vs 48,89 ± 0,18; differenza, -3,30; P < .001), mentre le donne presentavano un diametro del lume segmentale più stretto (7,80 mm ± 0,05 vs 8,69 mm ± 0,04; differenza, -0,89; P < .001).
Una variazione unitaria in ciascuna delle metriche delle vie aeree ha comportato un rapporto FEV1-FVC più basso, una maggiore dispnea, una peggiore qualità di vita respiratoria, una minore risultato nel 6MWT e una peggiore sopravvivenza nelle donne rispetto agli uomini (tutti P < .01).
I valori basali più bassi nelle donne, quindi, conferirebbero minori riserve contro la morbilità e la mortalità respiratoria per cambiamenti equivalenti rispetto agli uomini.
Fonte: Radiology
https://pubs.rsna.org/doi/10.1148/radiol.212985