
HIV legato a più richieste di assistenza nei centri di salute mentale
Le infezioni da HIV sono 2,5 volte più frequenti tra le persone che chiedono assistenza ai servizi di salute mentale […]
Alcuni cambiamenti nel microbioma intestinale sarebbero evidenti mesi prima dell’infezione da HIV. A evidenziarlo è stato uno studio condotto su campioni raccolti nelle prime fasi della pandemia di AIDS negli USA, risalenti a 35 anni fa. Tali cambiamenti, secondo un gruppo di scienziati guidato da Yue Chen dell’Università di Pittsburgh, sono associati a un aumento dei biomarkers infiammatori nel sangue e del rischio di sviluppare l’AIDS. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Microbiome.
Il team, in particolare, ha scoperto che batteri appartenenti a famiglie quali quelle di Succinivibrionaceae, S24-7, Mogibacteriaceae, Coriobacteriacee ed Erysipelotrichaceae erano significativamente più elevati nel microbioma, mentre Odoribacteriaceae, Verucomicrobiaceae, Bacteroidaceae, Barnesiellaceae e Rickenellaceae erano significativamente inferiori nei sieropositivi prima dell’infezione da HIV, rispetto ai soggetti non infettati dal virus.
Dopo l’infezione da HIV, inoltre, le famiglie di Prevotella e Victivalla e le specie Bacteroides fragilis ed Eubacterium cylindroides erano significativamente più elevati nei sieropositivi che sviluppavano AIDS entro 5 anni, rispetto a quelli che non sviluppavano la sindrome per più di 10 anni senza terapia antiretrovirale. Infine, i livelli plasmatici di citochine infiammatorie sCD14, sCD163, interleukina 6 e della proteina che lega i lipopolisaccaridi erano significativamente più elevati nei sieropositivi prima dell’infezione di HIV rispetto ai non sieropositivi.
Fonte: Microbiome 2021