Cancro del collo dell’utero iniziale: chirurgia mininvasiva o a cielo aperto?

Secondo una revisione della letteratura pubblicata sul Journal of Clinical Medicine, utilizzare un trattamento chirurgico a cielo aperto o preferirne uno mininvasivo per il cancro della cervice uterina in fase iniziale rimane una questione dibattuta.


“Lo scopo della nostra ricerca era di eseguire una valutazione sistematica della sopravvivenza libera da malattia (DFS), della sopravvivenza globale e dei tassi di morbilità dopo isterectomia radicale a cielo aperto (ORH) e chirurgia mininvasiva (MIS) per il cancro cervicale in stadio iniziale, e discutere le conseguenze dello studio LACC, pubblicato da Ramirez nel 2018, sulla routine clinica” spiega Jona Röseler, dello University Hospital Schleswig-Holstein, Campus Kiel, in Germania, che ha diretto il gruppo di lavoro.


Secondo gli esperti, lo studio LACC ha mostrato un rischio significativamente più elevato di progressione della malattia con MIS rispetto a ORH. Questa situazione però non è stata riscontrata in uno studio epidemiologico ed è stata contraddetta da uno studio prospettico di coorte riportato da Greggi et al. Una revisione sistematica di Zhang et al. ha menzionato una DFS simile per l’isterectomia radicale robot-assistita (RRH) e LRH. I tassi di recidiva erano significativamente più alti con MIS rispetto a ORH nello studio LACC. Al contrario, quattro studi presentati da Greggi non hanno riportato differenze significative nei tassi di recidiva tra LRH/RRH e ORH, che concordavano con le revisioni sistematiche di Zhang e Zhao.


I ricercatori hanno menzionato vari limiti dello studio LACC e hanno affermato che i medici erano obbligati a fornire ai pazienti informazioni dettagliate e garantire un processo decisionale condiviso.

“Saranno necessari più studi randomizzati e controllati (RCT) per stabilire il trattamento più adatto per questa condizione” concludono gli autori.


Fonte: Journal of Clinical Medicine

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