
Consumo di alcol e carcinogenesi cutanea: indagine EPIC
L’evidenza sperimentale suggerisce che l’alcol induce la carcinogenesi cutanea, tuttavia gli studi epidemiologici sul legame tra assunzione di etanolo e […]
Nonostante i miglioramenti nelle tecniche e nei dispositivi chirurgici e nella cura peri-operatoria del cancro gastrico, il tasso di complicanze postoperatorie non è ancora diminuito. Se i pazienti ad alto rischio di complicanze postoperatorie potessero essere identificati precocemente utilizzando biomarcatori, queste complicanze potrebbero essere ridotte.
In uno studio giapponese pubblicato dalla rivista Journal of Gastrointestinal Cancer i ricercatori hanno valutato l’utilità del Glasgow Prognostic Score (GPS) preoperatorio come fattore predittivo per le complicanze dopo l’intervento chirurgico in pazienti con cancro gastrico in stadio II/III. Lo studio ha analizzato retrospettivamente gli esiti di 424 pazienti sottoposti a chirurgia curativa per un cancro in stadio II/III da febbraio 2007 a luglio 2019 presso un unico centro.
Il numero di pazienti con un GPS di 0, 1 e 2 era rispettivamente di 357, 55 e 12. Il tasso di complicanze dopo l’intervento chirurgico era significativamente più alto tra i pazienti con un GPS di 1 o 2 rispetto ai pazienti con un GPS di 0. L’analisi multivariata ha identificato un GPS di 1 o 2 come fattore predittivo indipendente per le complicanze postoperatorie. I ricercatori concludono osservando che “il GPS preoperatorio può essere un utile fattore predittivo per le complicanze postoperatorie nei pazienti con GC in stadio II/III”.
Fonte: Journal of Gastrointestinal Cancer