
Epidemiologia dei tumori della testa e del collo nelle persone anziane
In Europa, come in altri Paesi ad alto reddito (HI), circa la metà dei pazienti con nuova diagnosi di tumori […]
Ad oggi, gli studi e le ricerche relative alle strategie di de-escalation per il carcinoma orofaringeo (OPC) associato al papillomavirus umano (HPV) si sono concentrate sulla deintensificazione del trattamento della malattia grave. Diventa quindi importante valutare una riduzione della dose di radioterapia e del volume bersaglio alle regioni subcliniche attraverso cui poter ottenere buoni risultati clinici con una qualità di vita favorevole del paziente (QOL).
Gli esperti hanno perciò provato a determinare i risultati di un approccio sistematico di riduzione della dose di radioterapia e del volume target nelle regioni di trattamento elettive nei pazienti con OPC associato a HPV e sottoposti a chemioterapia concomitante (CCRT).
Sono stati inclusi 276 pazienti con OPC HPV-positivo che avevano ricevuto CCRT; le regioni nodali e subcliniche elettive avevano ricevuto 30 Gy di radioterapia in 15 frazioni, seguite da un cono inferiore di 40 Gy in 20 frazioni per una dose totale di 70 Gy. Dopodiché i pazienti sono stati seguiti per valutare il controllo locoregionale come risultato primario e la sopravvivenza libera da metastasi a distanza, la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza globale come risultati secondari ottenendo ad ogni visita i dati sulla qualità della vita.
All’interno della coorte di pazienti analizzati, 247 erano uomini e 183 avevano meno di 10 anni di fumo; 87 presentavano malattia cT3-cT4 e 65 cN2-cN3, secondo l’ottava edizione dell’American Joint Committee on Cancer Staging Manual e 172, invece, avevano completato la terapia con cisplatino ad alte dosi da 300 mg/m2. Inoltre, durante un follow-up mediano 8 pazienti hanno evidenziato lo sviluppo di una recidiva locoregionale. Il controllo locoregionale a 2 anni ha presentato un valore di 97,0%; la sopravvivenza libera da progressione, 88,0%; la sopravvivenza libera da metastasi a distanza, 95,2% e la sopravvivenza globale, 95,1%.
Grazie a questo studio di coorte è stato possibile individuare la migliore strategia di de-escalation valutata per le regioni elettive, che ha evidenziato risultati clinici e profili QOL favorevoli. Inoltre, con i dati di follow-up a lungo termine si potrà affermare l’efficacia di questa strategia come opzione di cura per il trattamento dell’OPC associato all’HPV con la CCRT primaria.
Fonte: JAMA Oncology