
La prevalenza del reflusso gastroesofageo durante la pandemia è aumentata
Durante la pandemia di COVID-19 la prevalenza della malattia da reflusso gastroesofageo è aumentata, e la qualità della vita dei […]
L’infezione del flusso sanguigno legata al catetere (CRBSI) è un’importante infezione che viene associata all’assistenza sanitaria, è infatti molto spesso causata da agenti patogeni nosocomiali. Negli ultimi decenni si è sempre più evidenziato come Candida parapsilosis sia un agente causale cruciale per la CRBSI, sebbene allo sviluppo dell’infezione siano stati associati diversi fattori, quali: demografia, prematurità, comorbidità (diabete mellito, ipertensione, malattie cardiache, neuropatie, malattie respiratorie, disfunzioni renali, tumori maligni ematologici e degli organi solidi, e disfunzioni intestinali), ricovero in unità di terapia intensiva (ICU), ventilazione meccanica (MV), nutrizione parenterale totale (TPN), precedente terapia antibiotica e/o antimicotica, neutropenia, precedente chirurgia, immunosoppressore e tipo, sito, numero e durata materiale dei cateteri.
Gli esperti, quindi, hanno voluto determinare i fattori di rischio strettamente correlati a Candida parapsilosis CRBSI.
Nello studio sono stati perciò inclusi tutti i pazienti ricoverati con emocolture positive per C. parapsilosis da gennaio 2006 a dicembre 2018 e, attraverso una lista di controllo standardizzata, sono state esaminate tutte le loro cartelle cliniche. Su 208 episodi di candidemia evidenziati, circa l’85% (n°177) utilizzava almeno un catetere prima del ricovero e il 15% è stato escluso per assenza di cateterizzazione.
Tra i 177 casi cateterizzati, 30 con CRBSI sono stati confrontati con 147 casi non-CRBSI, e la significatività dei diversi fattori di rischio è stata calcolata utilizzando l’analisi multivariata.
I risultati ottenuti hanno evidenziato come il ricovero in terapia intensiva fosse fortemente associato alla non-CRSBI rispetto alla CRSBI e la TPN era significativamente associata positivamente alla CRBSI e non alla non-CRBSI, mentre altri fattori di rischio non risultavano così strettamente correlati. Inoltre, i pazienti ricoverati in terapia intensiva avevano meno probabilità di sviluppare C. parapsilosis CRBSI mentre i pazienti che ricevevano TPN avevano più probabilità di avere C. parapsilosis CRBSI rispetto all’altro gruppo.
Questa è una delle poche ricerche disponibili a livello globale su C. parapsilosis CRSBI, che ha fondamentalmente studiato i fattori di rischio e la cui analisi dei dati ha evidenziato come l’ospedalizzazione al di fuori della terapia intensiva e la ricezione di TPN siano fattori di rischio indipendenti. In particolare, i pazienti ricoverati in terapia intensiva avevano meno probabilità di sviluppare CRBSI, mentre i pazienti che ricevevano TPN avevano maggiori probabilità di avere CRBSI rispetto al gruppo non-CRBSI.
Fonte: Frontiers in Public Health