Colesterolo residuo non a digiuno correlato all’incidenza delle malattie cardiovascolari

L’analisi di un’ampia coorte canadese, i cui risultati sono pubblicati su CMAJ Open, ha mostrato che il colesterolo residuo non a digiuno ha una relazione positiva con l’incidenza di malattie cardiovascolari, a differenza del colesterolo lipoproteico a bassa densità. “Studi europei hanno dimostrato che il valore del colesterolo residuo misurato non a digiuno può essere un forte predittore del rischio di malattie cardiovascolari, e può contribuire a identificare il rischio residuo. Tuttavia, servono ulteriori dati, anche in popolazioni diverse, per confermare questi risultati” spiega Olivia Weaver, della University of Alberta, Edmonton, Canada, autrice principale del lavoro.

I ricercatori hanno voluto determinare la relazione tra colesterolo residuo non a digiuno, colesterolo lipoproteico a bassa densità (LDL) e malattie cardiovascolari tra le persone nella regione dell’Alberta, in Canada. Gli esperti hanno utilizzato i dati dell’Alberta’s Tomorrow Project, un’ampia coorte prospettica che ha arruolato abitanti dell’Alberta di età compresa tra 35 e 69 anni (2000-2015)

Il campione finale di 13.988 partecipanti era composto per il 69,4% da donne e l’età media era di 61,8 anni. Il tempo di follow-up è stato di circa 15 anni. Il colesterolo residuo medio era significativamente più alto tra gli individui con malattie cardiovascolari rispetto a quelli senza (0,87 mmol/L rispetto a 0,78 mmol/L), e il colesterolo LDL medio era significativamente più basso (2,69 mmol/L rispetto a 2,88 mmol/L). Le probabilità di malattia cardiovascolare composita incidente erano significativamente aumentate per ogni mmol/L di aumento del colesterolo residuo, ma significativamente diminuite per ogni mmol/L di aumento del colesterolo LDL.

“I nostri risultati supportano l’utilità clinica della misurazione del colesterolo residuo non a digiuno per rilevare il rischio di malattie cardiovascolari” concludono gli autori.

Fonte: CMAJ Open. 2023

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37491049/

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