Covid-19: associazione inversa tra uso del plasma convalescente e mortalità dei pazienti ospedalizzati

Uno studio condotto da ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health della Michigan State University e della Mayo Clinic mostra un’associazione tra l’uso di plasma convalescente per il trattamento di pazienti ospedalizzati con Covid-19 e una diminuzione della mortalità tra i pazienti ricoverati per l’infezione. Il lavoro è stato pubblicato dalla rivista eLife.


La Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha autorizzato la terapia con plasma convalescente per i pazienti ospedalizzati affetti da Covd-19 tramite l’Expanded Access Program (EAP) e l’Emergency Use Authorization (EUA), portando all’uso in circa 500.000 pazienti durante il primo anno della pandemia negli USA.


L’uso del plasma convalescente ha iniziato a diminuire verso la fine del 2020, poiché gli studi clinici condotti non avevano mostrato alcun beneficio di questa terapia.


I ricercatori hanno osservato che in concomitanza con il minore uso di plasma convalescente la mortalità per Covid-19 è aumentata. Ciò li ha portati a ipotizzare che i due fenomeni fossero correlati. Nello studio, hanno confrontato il numero di unità di plasma distribuite agli ospedali statunitensi dalle banche del sangue, con il numero di decessi per Covid-19 segnalati per ricovero ospedaliero in tutto il Paese.


L’uso totale di plasma ha raggiunto il picco lo scorso dicembre e gennaio durante l’ondata invernale, mentre l’uso per paziente ospedalizzato ha raggiunto il picco all’inizio di ottobre 2020, momento in cui i decessi per ricoveri ospedalieri dovuti al Covid-19 sono diminuiti. L’uso del plasma per paziente ricoverato è poi diminuito drasticamente e i decessi per ricovero ospedaliero sono aumentati.


I ricercatori hanno analizzato la relazione tra questi due set di dati e hanno trovato una forte correlazione negativa: un tasso di utilizzo più elevato associato a una mortalità inferiore e viceversa. Un modello generato dai ricercatori per adattare i dati ha suggerito che il tasso di mortalità dei casi Covid-19 è diminuito di 1,8 punti percentuali per ogni aumento di 10 punti percentuali nel tasso di utilizzo del plasma.


Sulla base del modello risultava che ci sarebbero stati 29.018 decessi in meno, da novembre 2020 a febbraio 2021, se si fosse continuato a usare il plasma come veniva fatto in ottobre 2020. Sempre. questo modello suggerisce che l’uso del plasma nel suo complesso possa aver impedito circa 95.000 morti fino all’inizio di marzo di quest’anno.


I ricercatori hanno analizzato, e poi respinto, la possibilità che diversi altri fattori potessero spiegare il legame tra un minor uso di plasma e una maggiore mortalità, come i cambiamenti nell’età media dei pazienti ospedalizzati e l’emergere di nuove varianti del coronavirus.


Secondo gli autori in molti degli studi clinici sul plasma che hanno dato risultati negativi, la terapia, considerata principalmente un trattamento antivirale, era stata somministrata relativamente tardi nel corso della malattia, quindi forse i pazienti erano troppo malati per trarne beneficio. 


Fonte: Elife

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