Dopo il Covid l’Oms Europa lancia la prima rete paneuropea per il controllo delle malattie
L’Oms Europa ha lanciato congiuntamente la Rete paneuropea per il controllo delle malattie (Ndc) con l’Agenzia per la […]
Gli adulti con disturbo dello spettro schizofrenico, positivi al virus SARS-CoV-2, sono a maggior rischio di decesso. E’ quanto emerge da uno studio retrospettivo condotto dal New York University Langone Medical Center di New York.
“Dopo l’aggiustamento statistico per età e fattori di rischio di comorbilità, è emerso che le persone con schizofrenia presentavano una mortalità quasi tripla per COVID-19 rispetto alle controparti senza una diagnosi psichiatrica”, dice Donald Goff, autore principale dello studio. “Questo risultato deve essere replicato, ma suggerisce che le persone schizofreniche sono esposte a un rischio significativamente elevato e dovrebbero essere considerate un gruppo prioritario per la vaccinazione ed essere incoraggiate a indossare le mascherine e a osservare il distanziamento sociale, soprattutto se vivono in situazioni di assembramento come ospedali e case famiglia”.
Lo studio
7.348 pazienti (età media 54 anni, 53% donne) sono risultati positivi al SARS-CoV-2 presso il NYU Langone Health System dal 3 marzo 2020 al 31 maggio 2020 e sono stati seguiti per 45 giorni.
75 pazienti (1%) presentavano una patologia dello spettro schizofrenico nell’anamnesi, 564 (7,7%) avevano alle spalle un disturbo dell’umore e 360 (4,9%) un disturbo d’ansia.
Dopo l’aggiustamento per i fattori demografici (sesso, età, razza) e per patologie (ipertensione, diabete, infarto del miocardio, insufficienza cardiaca, broncopneumopatia cronica ostruttiva, nefropatia cronica, fumo e cancro), la diagnosi pregressa di disturbo dello spettro schizofrenico è stata significativamente associata a mortalità (odds ratio, 2,67). Invece le diagnosi di disturbi dell’umore (OR, 1,14) e disturbi d’ansia (OR, 0,96) non si associavano a mortalità dopo l’aggiustamento.
Fonte: JAMA Psychiatry