Covid-19: il coinvolgimento renale come marker predittivo e fattore di rischio per un decorso grave

Fin dalla scorsa primavera, la nefropatia associata a Covid-19 è stata identificata come un segnale di allarme precoce per i decorsi gravi della malattia infettiva. Il gruppo di ricerca guidato dal professor Oliver Gross, del Dipartimento di Nefrologia e Reumatologia presso il Centro medico dell’Università di Göttingen, ha valutato la possibilità che i valori renali possano prevedere il decorso della malattia.


I ricercatori hanno esaminato 223 pazienti e ne ha inclusi 145 come coorte predittiva. Gli endpoint dello studio erano l’ammissione in terapia intensiva o la mortalità. I primi cambiamenti urinari facilmente rilevabili hanno indicato un decorso Covid-19 più grave. “Ciò significa che i valori renali sono un sismografo per il decorso della malattia Covid-19”, spiega Gross.


Il coinvolgimento renale non è solo un marker predittivo per il decorso della malattia, ma è anche un fattore di rischio per la mortalità. Uno studio cinese ha concluso che il coinvolgimento renale nei pazienti con Covid-19 ha drasticamente peggiorato l’esito della malattia virale e aumentato la mortalità. Fino ad ora, l’insorgenza di danno renale acuto (AKI) era l’unico predittore indipendente noto di mortalità, ma sembra che i primi segni di coinvolgimento renale, come proteinuria, ipoproteinemia e deficit di antitrombina III abbiano un’importanza predittiva.


Diversi studi suggeriscono poi la possibilità di insufficienza renale cronica dopo il Covid-19: “poco più della metà dei pazienti in cui si verifica danno renale acuto svilupperà successivamente una malattia renale cronica. Questo tasso può anche essere previsto dopo un danno renale acuto associato al Covid-19. È importante, in questi pazienti, che la perdita della funzionalità renale sia rallentata o, se possibile, interrotta somministrando una terapia adeguata”, aggiunge Gross.


La conclusione più importante tratta dall’esperto è che “il rene deve essere al centro dell’aftercare Covid-19, oltre ai polmoni, al cuore e al sistema nervoso. Questo è tanto più importante perché un trattamento precoce può fermare la perdita della funzionalità renale. Negli ultimi anni  sono state lanciate sul mercato alcune nuove ed efficaci terapie come gli per soddisfare tale esigenza. Oggi, la necessità della dialisi può spesso essere ritardata di anni, anche decenni, se il trattamento è fornito fin dall’inizio”.


Fonti: Lancet 2020, JASN May 2020

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