Dopo il Covid l’Oms Europa lancia la prima rete paneuropea per il controllo delle malattie
L’Oms Europa ha lanciato congiuntamente la Rete paneuropea per il controllo delle malattie (Ndc) con l’Agenzia per la […]
“Una volta guarito dal Covid mi sentivo floscio come un polpo, ero uno straccio e non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi. È stato solo grazie alla riabilitazione se poi, lentamente, mi sono ripreso il mio corpo”. A parlare è Paolo Geraci, 69 anni, medico e già rianimatore all’Irccs San Matteo di Pavia, che dopo la malattia ha intrapreso un percorso di riabilitazione respiratoria e motoria all’Ics Maugeri di Pavia.
“La riabilitazione non è come me la immaginavo, non è una distensione polmonare – racconta Geraci – È invece un percorso in cui il tempo cura i polmoni e le fisioterapiste curano l’involucro: potenziando la massa muscolare con esercizi di resistenza allo sforzo e altre attività fisiche, questo è stato determinante perché in pochi giorni quel polipo che non si reggeva in piedi ha cominciato a fare i primi passi, poi a camminare in autonomia e infine dopo un mese è tornato a casa, rifiorendo alla vita”.
“Nelle strutture Ics Maugeri abbiamo curato 5.810 pazienti Covid – spiega Michele Vitacca, capo del Dipartimento di Pneumologia riabilitativa – e, di questi, almeno il 30% ha avuto bisogno di riabilitazione respiratoria e neuromotoria”. Si tratta di “pazienti con forti deficit di ossigeno, sensazione di mancanza di fiato da sforzo, debolezza muscolare, compromissione della performance fisica e della tolleranza allo sforzo con sindromi cosiddette ‘da allettamento prolungato da terapia intensiva’ anche correlate alla pratica di ‘pronare’, ossia del posizionamento bocconi per favorire l’ossigenazione e la respirazione per chi aveva dovuto ricorrere all’uso di un ventilatore meccanico o di alti flussi di ossigeno nelle terapie intensive e semintensive”.
“Alcuni studi pubblicati dai clinici Maugeri su riviste internazionali quali ‘European Journal of Respiratory’ e ‘Respiration’ – sottolinea Vitacca – hanno documentato il beneficio delle attività riabilitative misurando la capacità respiratoria e funzionale dei pazienti con test specifici, mostrando come, per la maggior parte di questi pazienti, tutti gli indici siano migliorati nel periodo di ricovero”.
“Il Covid – conclude Geraci – mi ha insegnato che bisogna essere molto umili e non credere di essere invulnerabili. E che comunque speranza, fiducia e ottimismo sono strumenti importanti per aiutarti a guarire”.
Fonte: Adnkronos Salute