CVAI come indicatore di aterosclerosi subclinica nel diabete tipo 1

Un’analisi approfondita pubblicata su Cardiovascular Diabetology ha evidenziato come l’indice cinese di adiposità viscerale (CVAI) risulti essere il più efficace tra vari indici legati a obesità e insulino-resistenza (OIRI) nel predire la presenza di aterosclerosi carotidea subclinica (SCA) nei pazienti adulti affetti da diabete di tipo 1 (T1D).

Lo studio ha incluso 418 adulti con T1D classico, ricoverati presso il First Affiliated Hospital della Air Force Medical University di Xi’an, in Cina, tra ottobre 2008 e giugno 2021. Sono stati analizzati numerosi parametri antropometrici e metabolici, tra cui BMI, rapporto vita/fianchi, indici di adiposità, indice trigliceridi-glucosio, e stime della sensibilità insulinica come l’eGDR calcolato con il rapporto vita/fianchi (eGDRWHR) e con la circonferenza vita (eGDRWC).

I risultati delle analisi multivariate, corrette per i potenziali fattori confondenti, hanno mostrato che un incremento di una deviazione standard nel CVAI si associa a un aumento significativo del rischio di SCA (OR 1,68; IC 95%: 1,16–2,47). Al contrario, gli indici eGDRWHR (OR 0,44; IC 95%: 0,22–0,82) ed eGDRWC (OR 0,49; IC 95%: 0,24–0,93) si correlano negativamente con la SCA, indicando che una maggiore sensibilità insulinica protegge dall’aterosclerosi subclinica.

Le curve ROC hanno confermato la superiorità diagnostica del CVAI, che ha raggiunto un AUC di 0,73 (IC 95%: 0,69–0,77), superiore a quello degli altri indici considerati. Le analisi spline hanno rivelato una relazione lineare e positiva tra CVAI e SCA, particolarmente marcata nelle donne. Inoltre, l’integrazione del CVAI nel modello ST1RE (Steno Type 1 Risk Engine) ha migliorato la riclassificazione dei soggetti, sebbene non abbia incrementato significativamente la capacità discriminativa complessiva del modello.

In conclusione, lo studio suggerisce che il CVAI è un marcatore promettente per l’identificazione precoce della SCA nei pazienti con T1D. La sua efficacia, superiore rispetto ad altri OIRI, giustifica ulteriori indagini longitudinali per valutarne l’utilità clinica nel monitoraggio del rischio cardiovascolare subclinico in questa popolazione ad alto rischio.

Fonte: Cardiovasc Diabetol 2025

https://cardiab.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12933-025-02736-2

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