
Le madri di pazienti pediatrici con diabete di tipo 1 risentono del peso del caregiving
Secondo uno studio pubblicato su Occupational Therapy In Health Care, le madri di bambini e adolescenti con diabete di tipo […]
Una maggiore durata del diabete e un’emoglobina glicata più elevata sono associati a tassi di ictus significativamente più elevati nei pazienti con fibrillazione atriale e diabete, secondo uno studio pubblicato dal Journal of the American Heart Association.
“Esistono dati limitati sull’associazione tra durata del diabete, controllo glicemico e rischio di ictus nella fibrillazione atriale (FA). Per meglio comprendere la situazione, noi abbiamo voluto studiare l’associazione tra la durata del diabete e l’emoglobina glicata (HbA1c) con il tasso di ictus nelle persone con diabete e fibrillazione atriale di nuova diagnosi”, afferma Husam Abdel-Qadir, del Women’s College Hospital e della University of Toronto, Canada, che ha guidato il gruppo di lavoro.
I ricercatori hanno studiato i dati di 37.209 individui di almeno 66 anni di età con diagnosi di FA, a cui fosse stato diagnosticato il diabete da uno a 16 anni prima. L’esito primario era il ricovero per ictus a un anno.
L’analisi dei dati ha mostrato rapporti di rischio (HR) in aumento per ictus con durata del diabete più lunga con una stabilizzazione dopo 10 anni, e HR in aumento per ictus con livelli di HbA1c >7%. Rispetto ai pazienti con durata del diabete inferiore a cinque anni, i tassi di ictus erano significativamente più elevati per i pazienti con durata della malattia uguale a o maggiore di 10 anni, mentre una durata del diabete da cinque a meno di 10 anni non portava a tassi significativamente diversi. Rispetto all’emoglobina glicata da 6% a meno del 7%, valori ≥8% erano associati a tassi di ictus più elevati, mentre altre categorie di HbA1c non davano tassi significativamente diversi.
“I modelli per la previsione del rischio di ictus e la cura preventiva nella FA possono essere migliorati considerando le caratteristiche del diabete dei pazienti” concludono gli autori.
Fonte: J Am Heart Assoc. 2022