Diabete mellito compromette precocemente il coupling ventricolo-arterioso

Un nuovo studio pubblicato su Cardiovascular Diabetology ha evidenziato un’associazione significativa tra diabete mellito di tipo 2 (DM) e alterazioni precoci del coupling ventricolo-arterioso (VAC), una misura fondamentale dell’interazione tra la funzione cardiaca e le proprietà vascolari. I risultati suggeriscono che il deterioramento del VAC possa verificarsi prima dell’insorgenza clinica di malattie cardiovascolari manifeste, sottolineando il ruolo centrale del controllo glicemico nella prevenzione vascolare.

L’indagine si è basata sui dati dello Swedish CArdioPulmonary BioImage Study (SCAPIS), coinvolgendo 2.884 adulti con un’età media di 57 anni, di cui il 48% uomini. Tra i partecipanti, il 6% aveva il diabete di tipo 2 e il 12% presentava uno stato di prediabete. Il VAC è stato calcolato come rapporto tra la velocità dell’onda di polso (PWV), indicatore di rigidità arteriosa, e il Global longitudinal strain (GLS), parametro ecocardiografico della funzione miocardica longitudinale.

I risultati hanno mostrato che il DM è significativamente associato a un peggioramento del VAC, indicato da valori elevati del rapporto PWV/GLS (β = 0.28; p < 0.001). Anche l’associazione combinata tra DM e prediabete risultava significativa (β = 0.14; p < 0.001), mentre il prediabete da solo non mostrava correlazioni rilevanti. Inoltre, valori crescenti di emoglobina glicata (HbA1c) e glicemia a digiuno (fP-glucose) erano entrambi associati a un VAC alterato, con la glicemia che manteneva un’associazione significativa anche dopo aggiustamenti per fattori confondenti.

Particolarmente rilevante è l’osservazione che anche tra i soggetti senza diabete diagnosticato, livelli più alti di glicemia a digiuno si correlavano a un peggioramento del VAC. L’associazione con HbA1c, invece, si attenuava dopo l’aggiustamento per variabili addizionali, suggerendo un ruolo più marcato della glicemia a digiuno come indicatore precoce di disfunzione cardiovascolare subclinica.

In conclusione, lo studio conferma che il passaggio da prediabete a diabete rappresenta un punto critico per il deterioramento della funzionalità cardiovascolare. Questi risultati pongono l’accento sull’importanza del monitoraggio precoce e del trattamento aggressivo delle alterazioni glicemiche anche nei soggetti apparentemente asintomatici, con l’obiettivo di preservare l’integrità della funzione ventricolo-arteriosa e prevenire le complicanze cardiovascolari a lungo termine.

Fonte:  Cardiovasc Diabetol 2025

https://cardiab.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12933-025-02731-7

Contenuti simili

I più visti