Dieta e rischio demenza: ancora nuovi dati

La combinazione degli alimenti consumati da una persona potrebbe influenzare il rischio di demenza esattamente nella stessa misura dei singoli alimenti che vengono consumati.

I soggetti la cui dieta consta eminentemente di alimenti a lavorazione industriale e grassi hanno probabilità significativamente maggiori di sviluppare demenza rispetto a quelli la cui dieta include anche alimenti meno pre-lavorati e un’ampia gamma di alimenti sani.

Questi dati, provenienti da una ricerca condotta su 9.294 soggetti, sono in accordo con quelli di lavori precedenti dello stesso gruppo, ma la novità consiste nell’importanza degli alimenti che vengono consumati in combinazione fra loro, e non soltanto della quantità consumata di ogni singolo alimento, come affermato dall’autrice Cecilia Samieri dell’Università di Bordeaux.

Questi dati si allineano anche con molteplici studi precedenti che dimostrano forti associazioni fra specifici gruppi di alimenti e rischio di invecchiamento cognitivo e demenza.

La dieta mediterranea ad esempio, che enfatizza un elevato apporto di alimenti vegetali e un basso consumo di carne e latticini fra gli altri fattori, è associata a un rischio ridotto di deficit cognitivi e Malattia di Alzheimer.

Analogamente, la dieta MIND, che promuove il consumo di bacche, verdure a foglia larga ed altri alimenti vegetali e limita il consumo di grassi saturi e alimenti animali, è stata a sua volta connessa a un minor rischio di demenza.

La maggior parte delle ricerche precedenti comunque era incentrata sulla qualità e sulla frequenza di assunzione degli alimenti, mentre il presente studio ha investigato le cosiddette reti alimentari, e ha riscontrato importanti differenze nei modi in cui i vari alimenti venivano co-consumati dalle persone che hanno successivamente sviluppato o meno la demenza.

Questa applicazione degli approcci di rete ai fattori di rischio dietetici nel campo della demenza suggerisce che una dieta maggiormente diversificata potrebbe essere particolarmente favorevole, e che le diete incentrate su carni pre-lavorate, patate e cibi amidacei o snack poco sani potrebbero essere associate al rischio di demenza a molti anni di distanza.

Si tratta di dati probabilmente generalizzabili a molte popolazioni del mondo, anche se ciò dovrebbe essere confermato da studi futuri in nazioni specifiche. 

Fonte: Neurology online 2020

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