Dieta mediterranea e pressione

L’adozione di una dieta mediterranea è accompagnata da una riduzione della pressione arteriosa relativamente piccola, ma significativa, e più incisiva nelle persone che hanno una pressione sistolica basale più elevata e in caso di un follow-up più lungo. Questo è quanto ha rilevato una revisione della letteratura sull’argomento pubblicata su Clinical Nutrition.


“Non è ancora ben chiaro se la dieta mediterranea abbia un effetto favorevole sui livelli di pressione sanguigna, perché tra gli studi randomizzati controllati che indagano sulla riduzione della pressione arteriosa mediata da questo tipo di dieta si osservano differenze metodologiche e cliniche significative” afferma l’autrice principale dello studio Christina Filippou, della National and Kapodistrian University of Athens, Hippokration Hospital, ad Atene, in Grecia.


Per questo, gli esperti hanno cercato di capire in modo completo l’effetto della dieta mediterranea sulla pressione sanguigna rispetto alla dieta abituale o a un altro intervento dietetico, come una dieta a basso contenuto di grassi, negli adulti con e senza ipertensione, tenendo conto dei fattori di confondimento metodologici e clinici.


I ricercatori hanno valutato 35 studi per un totale di 13.943 partecipanti, e hanno visto che, rispetto alla dieta abituale e a tutte le altre diete di intervento attivo, la dieta mediterranea ha ridotto la pressione sanguigna sistolica e diastolica. Rispetto alla sola dieta abituale, la dieta mediterranea ha ridotto la pressione sistolica e diastolica, mentre rispetto a tutte le altre diete attive di intervento o alla sola dieta a basso contenuto di grassi, non ha ridotto la pressione sistolica e quella diastolica.


Gli autori sottolineano che la dieta mediterranea ha ridotto i livelli di pressione diastolica in misura maggiore negli studi in cui la pressione sistolica media al basale era pari ad almeno 130 mmHg, mentre sia la pressione sistolica che quella diastolica sono state ridotte maggiormente negli studi con un periodo di follow-up medio di almeno 16 settimane. La qualità delle prove è stata valutata come moderata.

Fonte: Clin Nutr. 2021

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