È possibile prevenire la depressione?

Prevenire è meglio che curare. “I successi più significativi nella riduzione del peso di tumori e malattie cardiovascolari sulla salute pubblica sono stati ottenuti con la prevenzione, piuttosto che nel trattamento”, scrivono tre ricercatori australiani in una lettera pubblicata su JAMA Psychiatry. 

E aggiungono che anche la prevenzione della depressione deve essere considerata una priorità per la salute pubblica, anche se, nel campo della salute mentale, la questione è molto più complessa.

La depressione è una condizione molto diffusa, e secondo le stime globali potrebbe essere in aumento. I fattori di rischio per questa patologia sono molti, riguardano diversi livelli (individuale, ambientale, familiare…) e hanno un peso diverso da una persona all’altra.

Molti fattori di rischio sono comuni ad altre patologie e disturbi mentali, come una cattiva alimentazione, il fumo, l’inattività fisica. Altri sono più specifici, come le esperienze negative durante l’infanzia.

Come sottolineano gli autori, la prevenzione della depressione si concentra principalmente su individui a rischio, usando delle strategie di tipo cognitivo. Alcune iniziative di prevenzione, poi, sono state costruite su più livelli: individuale, ma anche sviluppo di politiche di salute mentale e di supporto al benessere nelle scuole e nei luoghi di lavoro. Ci sono prove che dimostrano come la depressione e l’ansia siano “una delle principali cause di assenza di lavoro a causa di malattia e conseguente disabilità a lungo termine”. 

E delle strategie per la risoluzione dei problemi e la riduzione dello stress o tecniche terapeutiche cognitivo-comportamentali, fornite sul luogo di lavoro, hanno mostrato un certo successo nella prevenzione dei sintomi. Al di là delle attività però, spiegano i ricercatori, è importante concentrarsi sull’ambiente in cui esse vengono svolte, perché le condizioni ambientali sono fondamentali perché la prevenzione sia efficace.

La maggior parte degli studi clinici randomizzati comunque si concentra sulla prevenzione tra bambini e adolescenti nelle scuole. Diverse meta-analisi mostrano che il rischio di sviluppare la depressione si riduca dopo interventi che includono una componente educativa e psicologica, in particolare quando l’informazione proviene dagli insegnanti piuttosto che da clinici. 

Ci sono anche approcci che si concentrano sull’ambiente familiare, anch’esso fondamentale, ad esempio iniziative per la prevenzione e trattamento della depressione perinatale. Inoltre, tutto ciò che riguarda cessazione del fumo, dell’uso di droghe, l’adozione di una dieta sana e la promozione dell’attività fisica, contribuisce a combattere la depressione.

Infine i ricercatori riflettono sul ruolo dei social media nello sviluppo delle malattie mentali, in particolare tra i giovani. Non si sa se l’uso di social possa rappresentare un fattore di rischio per la depressione, ma sembra che “coloro che utilizzano più frequentemente questi mezzi di comunicazione e che sono più attivi nella condivisione di contenuti presentino livelli maggiori di disturbi psicologici e altri problemi di salute mentale”.
La prevenzione è dunque possibile, ma complessa. La crescente comprensione dei fattori di rischio e dei meccanismi alla base della depressione rende comunque possibile la messa a punto, impegnativa, di progetti che tengano conto dei diversi fattori, delle condizioni ambientali e dei differenti contesti che possono contribuire allo sviluppo del disturbo.

Fonte: JAMA Psychiatry

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