Ecografia addome al point-of-care: impatto sulla gestione delle IBD

L’ecografia addominale eseguita al punto di assistenza ha un impatto sulle decisioni cliniche prese nella gestione delle malattie infiammatorie intestinali (IBD) e potrebbe ridurre la necessità di ricorrere a endoscopia e risonanza magnetica. A evidenziarlo è una ricerca guidata da Steven Bots, dell’Amsterdam University Medical Center, e pubblicata sul Journal of Crohn’s and Colitis.

Il team olandese ha esaminato outcome e impatto sulla gestione dell’ecografia intestinale condotta al punto di assistenza (point-of-care – POC) su 345 pazienti con IBD, di cui 280 affetti da malattia di Crohn e 65 da colite ulcerosa. I ricercatori hanno trovato che all’ecografia intestinale l’infiammazione era paragonabile tra pazienti sintomatici e asintomatici con malattia di Crohn. L’ecografia, inoltre, avrebbe avuto un impatto sulla gestione del 60% dei pazienti, con un cambio di terapia nel 47,8% dei casi.

Dopo il 32,8% degli esami, sono stati pianificati altri esami di imaging più approfonditi, quali endoscopia o risonanza magnetica, un dato che, secondo gli autori, evidenzia una buona correlazione con l’ecografia addominale nell’86,3% dei casi sintomatici e nell’80% dei casi asintomatici.

Fonte: Journal of Crohn’s and Colitis

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