
Collegamento tra psoriasi e diabete, possibile ruolo dell’obesità
Una ricerca pubblicata su Diabetology & Metabolic Syndrome ha trovato un’associazione tra psoriasi e diabete. In particolare, secondo l’analisi, l’obesità […]
Uno studio pubblicato su Cardiovascular Diabetology ha evidenziato che l’ematopoiesi clonale di potenziale indeterminato (CHIP) è un fattore di rischio indipendente per le malattie cardiovascolari (CVD) nei pazienti con diabete, anche in presenza di indicatori metabolici ottimali.
L’analisi ha incluso 22.239 adulti con diabete, privi di CVD all’inizio dello studio, arruolati dalla UK Biobank e seguiti per una durata mediana di 13,2 anni. L’obiettivo era valutare l’associazione tra CHIP e incidenza di CVD, nonché l’influenza di quattro indicatori di salute: indice di massa corporea (BMI), emoglobina glicata (HbA1c), pressione arteriosa (BP) e colesterolo LDL.
I risultati hanno mostrato che la presenza di CHIP (variant allele fraction ≥2%) era associata a un aumento del 21% del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari (HR 1,21; IC 95% 1,08–1,36), mentre forme più estese di CHIP (variant allele fraction ≥10%) aumentavano il rischio del 25% (HR 1,25; IC 95% 1,09–1,43). Il rischio era particolarmente elevato per la cardiopatia ischemica (HR 1,18; IC 95% 1,03–1,36) e lo scompenso cardiaco (HR 1,73; IC 95% 1,46–2,06), ma non per l’ictus.
Le analisi genetiche hanno identificato le mutazioni nei geni SF3B1 (HR 2,50; IC 95% 1,25–5,01) e TET2 (HR 1,36; IC 95% 1,07–1,77) come le più strettamente legate all’aumento del rischio cardiovascolare. Gli indicatori di salute ottimali non mitigavano il rischio cardiovascolare associato a CHIP. Anche i pazienti con BMI, HbA1c, pressione arteriosa o LDL nei range ideali, ma con CHIP, mostravano comunque un rischio aumentato rispetto ai diabetici senza CHIP (es. per BP: HR 1,24; IC 95% 1,03–1,49; per LDL: HR 1,29; IC 95% 1,09–1,53).
Questi risultati suggeriscono che CHIP rappresenta un importante biomarcatore di rischio cardiovascolare nei pazienti con diabete, indipendentemente dal controllo metabolico e dai fattori di rischio tradizionali. L’integrazione della valutazione di CHIP nella stratificazione del rischio potrebbe migliorare la prevenzione cardiovascolare nei diabetici.
Fonte: Cardiovasc Diabetol
https://cardiab.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12933-025-02626-7
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