
La terapia fisica riduce i ricoveri nei pazienti con diabete di tipo 2
Secondo uno studio pubblicato su Current Diabetes Reviews, i programmi di terapia fisica portati avanti dopo le dimissioni riducono significativamente […]
Le attuali linee guida cliniche sul diabete non considerano ancora le differenze di sesso/genere in maniera adeguata per poter intervenire in maniera mirata su ogni paziente. Questo è quanto conclude uno studio pubblicato su Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases, e portato avanti da un gruppo di diabetologi italiani diretti da Giuseppina Russo, dell’Università di Messina.
“Il nostro studio si prefiggeva lo scopo di riassumere il contributo dei diabetologi italiani dedicato a una migliore comprensione della complessa relazione tra sesso/genere e complicanze a lungo termine del diabete di tipo 1 (T1DM) e di tipo 2 (T2DM) negli ultimi quindici anni” spiegano gli autori.
Gli esperti sottolineano che le complicanze microvascolari e macrovascolari del diabete mostrano differenze legate al sesso e al genere, e che tali differenze riguardano ambiti complessi, che comprendono meccanismi fisiopatologici, caratteristiche epidemiologiche e presentazione clinica, e sono dovute all’interazione tra fattori biologici e psicosociali. Gli autori evidenziano che queste differenze possono incidere notevolmente sulla progressione del diabete e delle sue complicanze a lungo termine, soprattutto per quanto riguarda gli apparati cardiovascolare, renale ed epatico.
“Una migliore conoscenza delle caratteristiche legate al sesso e al genere che differenziano le complicanze del diabete è necessaria per una più precisa fenotipizzazione del paziente e per la scelta di un trattamento antiiperglicemico personalizzato” concludono gli autori.
Fonte: Nutr Metab Cardiovasc Dis. 2022
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0939475322003386