Il controllo glicemico come fonte predittiva della progressione di NAFLD/NASH

La NAFLD (Steatosi epatica non alcolica) è una patologia in crescita che colpisce 1 persona su 4 in tutto il mondo e circa il 60% dei pazienti con diabete di tipo 2 (T2D). Il termine NAFLD comprende uno spettro di malattie che fanno riferimento ad una situazione di steatosi isolata, nel migliore dei casi, fino al raggiungimento della NASH, caratterizzata da steatosi, infiammazione ed epatociti rigonfiati, con o senza fibrosi.


Nei casi più severi della patologia l’aumento della gravità della steatoepatite può essere considerato il predittore primario di morbilità e mortalità correlate al fegato, ma anche il diabete di tipo 2 è un fattore di rischio ben consolidato per lo sviluppo della NAFLD ed è un forte predittore di HF (Fibrosi epatica) avanzata e complicanze della cirrosi.


Alla luce di ciò, i ricercatori hanno voluto indagare come il livello glicemico possa essere utile al monitoraggio e alla prevenzione di un possibile peggioramento delle condizioni mediche nella NAFLD/NASH.


Nella coorte di studio sono stati arruolati 713 pazienti – selezionati attraverso il database clinico Duke NAFLD – affetti da NAFLD/NASH e a cui era stato diagnosticato un danno epatico, associato al livello glicemico misurato dall’emoglobina A1c (HbA1c).


Per valutare, quindi, l’associazione tra HbA1c e la gravità delle caratteristiche istologiche di NAFLD/NASH sono stati utilizzati modelli statistici di regressione lineare adattati secondo i criteri di età, sesso, razza, diabete, indice di massa corporea e iperlipidemia.


Le caratteristiche istologiche invece, sono state classificate e rappresentate secondo il sistema NASH Clinical Research Network.


I dati hanno evidenziato come un livello di HbA1c medio più elevato sia associato a un grado più elevato di steatosi e conseguente rigonfiamento di epatociti, ma non a un’infiammazione lobulare. Per ogni 1% di aumento del valore di emoglobina medio si è associata una probabilità maggiore del 15% di progressione dello stadio di fibrosi e un controllo glicemico moderato è stato significativamente associato a un aumento della gravità degli epatociti rigonfiati e fibrosi epatica.


I ricercatori hanno così potuto confermare che attraverso un attento controllo del livello glicemico del paziente si può predire la gravità del rigonfiamento epatocitico e dell’insufficienza cardiaca nella NAFLD/NASH. Questo approccio permette di agire sul rischio di progressione della fibrosi correlata alla NASH.


Fonte: Hepatology 

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