Il ritmo circadiano e la sua influenza sull’eziologia della depressione

I ritmi circadiani si sono evoluti in quasi tutti gli organismi consentendo loro di alternare in modo regolare i comportamenti nelle 24 ore. Di conseguenza, questa sorta di orologio biologico controlla un’ampia gamma di funzioni corporee tra le quali l’appetito, il sonno, l’attività e i livelli di cortisolo. Il sistema circadiano si sincronizza con il mondo esterno principalmente attraverso i segnali di luce ambientale e può essere disturbato da una serie di fattori come il lavoro a turni, il jet lag, lo stress, l’invecchiamento e la luce artificiale notturna.

È interessante notare che è stato dimostrato che anche l’umore segue un ritmo diurno. Inoltre, alterazioni del ritmo fisiologico sono state associata a diversi disturbi dell’umore e i pazienti che soffrono di depressione mostrano irregolarità che riguardano il sonno, l’appetito, l’attività e i livelli di cortisolo, il che suggerisce che la ritmicità circadiana è coinvolta in modo cruciale nell’eziologia e nella fisiopatologia della depressione. Un’equipe di ricercatori ha svolto una revisione con la finalità di fornire una panoramica generale della situazione e di discutere i recenti risultati che collegano il ritmo circadiano disturbato alla depressione. Comprendere la possibile relazione tra questi due elementi potrebbe infatti comportare l’acquisizione di nuove strategie terapeutiche e preventive.

Fonte: Neurosci Biobehav Rev. 2023

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0149763423003524?via%3Dihub

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