
Il particolato fine modifica l’effetto dell’attività fisica sull’ipertensione
L’attività fisica in presenza di elevati valori di particolato fine (PM2,5) ha meno effetti benefici sull’ipertensione, secondo uno studio pubblicato […]
Secondo uno studio pubblicato su Clinical Epidemiology, dormire troppo poco e fare sonnellini brevi a metà giornata sono fattori associati sia indipendentemente che congiuntamente a maggiori rischi di fibrillazione atriale nei pazienti con ipertensione.
“Abbiamo voluto valutare le associazioni tra durata del sonno, sonnellini pomeridiani e rischio di fibrillazione atriale in pazienti con ipertensione utilizzando dati presi da un registro cinese che raccoglie pazienti con l’ipertensione” spiega Yurong Xiong, del Second Affiliated Hospital of Nanchang University, e del Jiangxi Provincial Cardiovascular Disease Clinical Medical Research Center, in Cina, che ha guidato il gruppo di studio.
I ricercatori hanno arruolato 11.524 partecipanti ipertesi, e hanno raccolto le informazioni sulla durata del sonno e sui pisolini a metà giornata per mezzo di un questionario autosomministrato. Sono state eseguite analisi di regressione logistica multivariata per stimare l’odds ratio e gli intervalli di confidenza al 95% per il rischio di fibrillazione atriale.
Gli esperti hanno visto che, rispetto a coloro che dormivano da sei a otto ore per notte, le persone che riportavano una durata del sonno più breve (fino a cinque ore per notte) avevano un rischio maggiore di fibrillazione atriale (OR 1,95) nel modello completamente aggiustato, mentre un sonno più lungo (fino a nove ore per notte) non era significativamente associato al rischio di fibrillazione atriale. Rispetto chi non faceva abitualmente pisolini, coloro che li facevano avevano un rischio più elevato di fibrillazione atriale (OR 1,28) nel modello completamente aggiustato. Inoltre, quando gli autori hanno considerato le persone che dormivano fino a cinque ore per notte e che facevano anche abitualmente un pisolino a metà giornata, hanno visto un aumento significativo (OR 2,13) del rischio di fibrillazione atriale dopo aggiustamento per fattori confondenti.
Fonte: Clin Epidemiol. 2022 Mar 22;14:385-393. doi: 10.2147/CLEP.S351045. eCollection 2022.