La malattia aortica nella sindrome di Marfan

Gli scienziati del Centro Nacional de Investigaciones Cardiovasculares Centro de Biología Molecular Severo Ochoa (CBM-CSIC-UAM) hanno scoperto che la via dell’ossido nitrico (NO) è iperattivata nelle aorte di topi e pazienti con sindrome di Marfan e che l’attività di questa via provoca gli aneurismi aortici che caratterizzano questa malattia.

I risultati dello studio, pubblicati da Nature Communications, identificano nuovi bersagli terapeutici e marcatori di attivazione del percorso dell’NO che potrebbero essere utilizzati per monitorare lo stato e la progressione della malattia.


La sindrome di Marfan è una malattia ereditaria che colpisce i tessuti connettivi, principalmente lo scheletro, gli occhi, il cuore e i vasi sanguigni. Una manifestazione della malattia particolarmente comune è l’aneurisma e la dissezione dell’aorta toracica (TAAD). “La dissezione aortica rappresenta oltre il 90% dei decessi associati alla sindrome di Marfan”, commenta Juan Miguel Redondo, ricercatore del CNIC, co-direttore dello studio insieme a  Miguel Campanero, ricercatore della CBM-CSIC-UAM. Gli attuali trattamenti per la malattia mirano a ridurre la pressione sanguigna sulla parete arteriosa, ma non ne prevengono il deterioramento. L’unico intervento efficace è la chirurgia.


In studi precedenti, i ricercatori avevano rilevato un’elevata produzione di NO nelle aorte dei pazienti con sindrome di Marfan e di un modello animale della malattia. “Abbiamo osservato che il trattamento di topi sani con dosi sovra-farmacologiche di NO induceva TAAD simile a quello visto nei modelli murini. Il trattamento ha anche riprodotto la degenerazione della parete aortica, un passo essenziale nello sviluppo di TAAD”, osserva Redondo. “Attraverso questi esperimenti, abbiamo dimostrato che un’elevata produzione di NO è necessaria e sufficiente per lo sviluppo di TAAD nella sindrome di Marfan”. 


I ricercatori hanno quindi deciso di concentrarsi sugli enzimi guanilato ciclasi (sGC) e proteina chinasi cGMP dipendente (PRKG1), due proteine ​​regolate da NO. “La nostra analisi ha rilevato attività elevate di sGC e PRKG1 in campioni di topi e pazienti con sindrome di Marfan. Siamo stati in grado di invertire completamente la malattia aortica nei topi malati trattandoli con inibitori di queste due proteine ​​o silenziando geneticamente l’espressione di Prkg1, dimostrando che la via NO-sGC-PRKG1 media lo sviluppo di TAAD nella sindrome di Marfan”, spiega  Campanero.

Questi risultati, secondo i ricercatori, aprono la strada all’uso degli inibitori di sGC e PRKG1 negli studi preclinici e clinici per questa sindrome e possibilmente altre malattie aortiche.


Fonte: Nature Communications

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