Dopo il Covid l’Oms Europa lancia la prima rete paneuropea per il controllo delle malattie
L’Oms Europa ha lanciato congiuntamente la Rete paneuropea per il controllo delle malattie (Ndc) con l’Agenzia per la […]
Il controllo e la gestione dell’ipertensione sono peggiorati durante i primi mesi della pandemia di COVID-19, secondo una nuova analisi condotta in tre grandi sistemi sanitari americani, i cui risultati sono stati pubblicati on-line, lo scorso 1 novembre, su Hypertension.
“Abbiamo avuto l’opportunità unica di esaminare l’impatto della pandemia sulla gestione dell’ipertensione tra un gruppo ampio e diversificato di persone provenienti da tre grandi città americane (Los Angeles, New York e New Orleans). La nostra analisi ha rivelato modelli simili tra i partecipanti provenienti da tre diverse regioni e una varietà di background razziali, etnici e socioeconomici” ha affermato Hiroshi Gotanda, del Cedars-Sinai Medical Center, Los Angeles, USA, primo autore dello studio.
I ricercatori hanno analizzato le cartelle cliniche elettroniche di adulti ipertesi seguiti dai tre sistemi sanitari. Per essere certi che i partecipanti avessero ricevuto assistenza continua prima della pandemia, hanno selezionato le persone le cui cartelle cliniche includevano almeno una visita con diagnosi di ipertensione tra agosto 2018 e gennaio 2019 e un’altra visita tra febbraio 2019 e gennaio 2020, e lo studio ha incluso 137.593 partecipanti. Gli esperti hanno confrontato i dati pre-pandemici (agosto 2018-gennaio 2020) con quelli raccolti all’inizio della pandemia (aprile 2020-novembre 2020) dopo l’istituzione del lockdown in California, in Louisiana e a New York.
L’analisi dei dati aggregati ha rilevato che il 77,8% dei partecipanti aveva un buon controllo della pressione arteriosa prima della pandemia, con una pressione sistolica inferiore a 140 mmHg e una pressione diastolica inferiore a 90 mmHg. Durante la pandemia, la percentuale di partecipanti con pressione arteriosa controllata è diminuita di 3,43 punti percentuali. La pressione arteriosa sistolica è aumentata in media di 1,79 mmHg e la pressione diastolica di 1,30 mmHg durante la pandemia rispetto al periodo pre-pandemico. Gli Autori sottolineano che un piccolo aumento a livello di popolazione può avere un effetto significativo, portando anche a un aumento di infarti e ictus. Il numero di misurazioni è diminuito sostanzialmente all’inizio della pandemia, per poi aumentare gradualmente più tardi nel 2020, e le interruzioni nel monitoraggio della pressione sanguigna hanno probabilmente contribuito al peggioramento del controllo della pressione.
“Sarà fondamentale aumentare l’accesso all’assistenza sanitaria, anche attraverso la telemedicina e il monitoraggio domiciliare della pressione sanguigna, per mitigare le interruzioni delle cure durante future emergenze su larga scala” concludono gli Autori.
Fonte: Hypertension 2022
https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/HYPERTENSIONAHA.122.19861