
Principali fattori di rischio della malattia renale diabetica: approfondimenti
Yucong Zhou e colleghi hanno condotto uno studio con la finalità di identificare i principali fattori di rischio per la […]
Uno studio osservazionale pubblicato su Cardiovascular Diabetology ha valutato l’impatto del diabete mellito sulla sopravvivenza a lungo termine nei pazienti sottoposti ad angioplastica coronarica (PCI) del tronco comune sinistro (LMCA), sulla base del più ampio registro monocentrico esistente in Polonia. L’analisi ha incluso 998 pazienti trattati tra dicembre 2007 e febbraio 2022, con un follow-up medio di 4,2 anni.
Il 33,2% dei pazienti presentava una diagnosi di diabete, mentre l’età mediana dell’intera coorte era di 71 anni. Nella popolazione generale, il diabete è risultato associato a un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause (hazard ratio [HR] 1,35; IC 95% 1,03–1,76; p = 0,03). Tuttavia, dopo il bilanciamento delle caratteristiche basali mediante propensity score matching (PSM), che ha generato 214 coppie omogenee (età mediana 73 anni), non sono emerse differenze statisticamente significative nella sopravvivenza (HR 1,27; IC 95% 0,91–1,77; p = 0,16).
L’analisi dei sottogruppi nella coorte PSM ha rivelato importanti differenze in scenari clinici specifici. I pazienti diabetici sottoposti a tecnica a due stent mostravano una prognosi significativamente peggiore (HR 3,70; IC 95% 1,64–8,34; p = 0,002), così come coloro che ricevevano una PCI elettiva (HR 2,07; IC 95% 1,29–3,31; p = 0,003). Al contrario, tra i pazienti che si presentavano con infarto miocardico, i soggetti diabetici mostravano un tasso di sopravvivenza sorprendentemente migliore rispetto ai non diabetici (HR 0,56; IC 95% 0,35–0,90; p = 0,02).
Nessuna differenza significativa negli esiti è stata osservata nei sottogruppi con scompenso cardiaco, malattia renale cronica, utilizzo di imaging intravascolare o malattia coronarica multivasale concomitante.
Questi risultati suggeriscono che, nel complesso, il diabete non influisce negativamente sulla mortalità dopo PCI del tronco comune, pur evidenziando sottogruppi ad alto rischio nei quali è necessario un monitoraggio più attento e studi randomizzati dedicati. Lo studio contribuisce a rafforzare l’idea che l’angioplastica coronarica del tronco comune sia una procedura sicura anche nei pazienti con diabete, sebbene il tipo di procedura e il contesto clinico possano modificare significativamente la prognosi.
Fonte: Cardiovasc Diabetol 2025
https://cardiab.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12933-025-02733-5
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