L’acido lattico durante il ricovero è un buon predittore della mortalità nello scompenso cardiaco acuto

La combinazione di acido lattico e Simplified Acute Physiology Score (SAPS) II può migliorare il valore predittivo del rischio di mortalità ospedaliera per tutte le cause nei pazienti con scompenso cardiaco acuto, secondo uno studio pubblicato sull’International Journal of Clinical Practice.

“Il nostro studio si propone di esaminare il valore predittivo della concentrazione di acido lattico nel sangue arterioso nel valutare la mortalità per tutte le cause in unità di terapia intensiva (ICU) per i pazienti con insufficienza cardiaca acuta” spiega Weiwei Hu, dell’Affiliated Hospital of Xuzhou Medical University, Cina, primo nome dello studio.

I ricercatori hanno analizzato retrospettivamente i dati clinici di 7.558 pazienti con scompenso cardiaco dal database Medical Information Mart for Intensive Care IV (MIMIC-IV). La variabile di esposizione era la concentrazione di acido lattico nel sangue arterioso e la variabile di esito era la morte per tutte le cause in ospedale. I pazienti sono stati divisi in sopravvissuti (n = 6.792) e deceduti (n = 766).

Gli esperti hanno visto che la mortalità per tutte le cause in ospedale è cresciuta gradualmente con l’aumento dei livelli di acido lattico, e l’analisi statistica ha rivelato una connessione positiva e lineare tra acido lattico e mortalità per tutte le cause in ospedale. Una combinazione della concentrazione di acido lattico e del Simplified Acute Physiology Score (SAPS) II ha migliorato il valore predittivo della mortalità intraospedaliera per tutte le cause nei pazienti con scompenso acuto. Nei sottogruppi, l’insufficienza respiratoria ha interagito con un’associazione tra acido lattico e mortalità per tutte le cause in ospedale.

“Per i pazienti con scompenso cardiaco in terapia intensiva, la concentrazione di acido lattico nel sangue arterioso durante il ricovero era un significativo predittore indipendente di mortalità per tutte le cause in ospedale” concludono gli autori.

Fonte: Int J Clin Pract. 2022

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36474546/

Contenuti simili

I più visti