Associazione tra fattori di rischio e melanoma cutaneo
Un gruppo di ricercatori provenienti dagli Stati Uniti e dalla Cina ha condotto uno studio di randomizzazione mendeliana (MR) al […]
Il tempo di raddoppiamento del numero dei linfociti, secondo i ricercatori dell’Università di Barcellona e dell’Università del Piemonte Orientale, è un importante marcatore dell’esito della leucemia linfatica cronica, e dovrebbe essere inserito nella valutazione e nella stratificazione dei pazienti affetti da questo tumore.
In un lavoro pubblicato dalla rivista Nature, i ricercatori hanno valutato il significato clinico e biologico del tempo di raddoppiamento del numero dei linfociti in 848 pazienti con leucemia linfatica cronica in un contesto di vita reale.
Un tempo di raddoppiamento del numero dei linfociti inferiore o uguale a 12 mesi si è rivelato un biomarker di una prognosi peggiore. I pazienti con raddoppiamento del numero dei linfociti rapido avevano bisogno di terapia subito dopo la diagnosi e avevano una sopravvivenza globale inferiore.
Il tempo di raddoppiamento del numero dei linfociti, lo stato mutazionale dei geni codificanti la porzione variabile della catena pesante delle immunoglobuline (IGHV), la beta-2 microglobulina e lo stadio clinico Rai erano predittori indipendenti per il tempo al primo trattamento.
Non è stata osservata alcuna correlazione tra il tempo di raddoppiamento del numero dei linfociti e la risposta alla chemioimmunoterapia. Tuttavia, un tempo breve, un’età superiore o uguale a 65 anni, IGHV non mutato, aumento della microglobulina Beta-2 e mutazioni di TP53 predicevano una breve sopravvivenza.
Fonte: Nature
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