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Il trattamento con anticorpi monoclonali anti-CD20 ha migliorato i risultati nei tumori maligni delle cellule B, ma è associato a un aumentato rischio di ipogammaglobulinemia. In uno studio pubblicato dalla rivista Leukemia & Lymphoma, i ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center hanno determinato gli effetti degli anticorpi monoclonali anti-CD20 sulle immunoglobuline sieriche (Ig) nel linfoma follicolare.
Gli autori hanno valutato le concentrazioni di Ig, le complicanze infettive e la necessità di Ig per via endovenosa in base al livello di esposizione agli anticorpi anti-CD20 in 380 pazienti. La prevalenza di ipogammaglobulinemia differiva significativamente in base al livello di esposizione al trattamento. Gli anticorpi anti-CD20 a ciclo singolo sono stati associati all’aumento delle IgG (+10,3 mg/dL/anno), mentre l’aggiunta di una terapia di mantenimento o cicli multipli di trattamento era associato al calo delle IgG (-7,4 mg/dL/anno e -10,3 mg/dL/anno rispettivamente). Tra i pazienti trattati con mAb anti-CD20, il 45,2% ha sviluppato ipogammaglobulinemia e il 10,3% ha sviluppato ipogammaglobulinemia sintomatica. I livelli di IgG prima del trattamento sono gradualmente diminuiti in tutti i pazienti, suggerendo che il carico tumorale può contribuire all’ipogammaglobulinemia.
Secondo gli autori quindi, è appropriato il monitoraggio di base e periodico delle Ig sieriche nei pazienti con linfoma follicolare, compresi quelli gestiti con sorveglianza attiva.
Fonte:Leuk Lymphoma 2022