Utilizzo della telemedicina tra le persone con infezione da HIV
Soprattutto per le persone affette da patologie croniche, che richiedono un’assistenza continuativa, la telemedicina è ormai quasi indispensabile. Questi pazienti, […]
Le infezioni batteriche sono malattie comuni a causa dell’ubiquità di questi microrganismi che inducono lo sviluppo di diverse patologie tra le quali parodontite, polmonite, tifo, gastroenterite acuta e diarrea.
Il trattamento di tali disturbi si avvale in genere di antibiotici che sono di solito in grado di risolvere la situazione.
In certi casi, però, la persistenza degli agenti batterici per lungo tempo in soggetti particolarmente sensibili può aumentare significativamente il rischio di sviluppare neoplasie maligne.
Un team di ricercatori ha condotto un’indagine volta a mettere in evidenza la complessa relazione tra infezioni batteriche e comparsa di diversi tipi di tumori maligni e, a tal fine, sono state effettuate ricerche nei database PubMed, Embase e Web of Science.
Sulla base dei risultati ottenuti, riguardanti l’intero anno 2022, gli esperti hanno trovato diverse associazioni critiche tra le quali: Helicobacter pylori nell’eziologia del cancro gastrico, Chlamydia nello sviluppo del carcinoma cervicale uterino, soprattutto nelle donne con coinfezioni da papillomavirus umano (HPV), Salmonella typhi con i tumori maligni della cistifellea e Chlamydia pneumoniae con le neoplasie del polmone.
Gli Autori ritengono che i dati emersi dall’indagine possano aiutare a identificare le strategie di adattamento utilizzate dai batteri per eludere la terapia antibiotica/antimicrobica.
Il loro lavoro, inoltre, consente di chiarire il ruolo degli antibiotici nel trattamento del cancro, le conseguenze che derivano dal loro uso e le strategie per limitare la resistenza nei confronti di questa classe di farmaci.
Infine, i ricercatori discutono brevemente la duplice azione svolta dai batteri nello sviluppo del cancro e nella terapia oncologica. Conoscenze più approfondite in questo settore potrebbero infatti contribuire a facilitare lo sviluppo di nuovi trattamenti e quindi risultati migliori per i pazienti.
Fonte: J Mol Sci. 2023
https://www.mdpi.com/1422-0067/24/4/3110
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