Malattia di Alzheimer, identificato gene coinvolto nella “vulnerabilità” dei neuroni
Uno studio della Boston University Chobanian & Avedisian School of Medicine (USA), coordinato da Jean-Pierre Roussarie, ha identificato un gene […]
Un elettrocardiogramma (ECG) standard può aiutare a distinguere tra la malattia di Fabry e la cardiomiopatia ipertrofica, mentre si cerca di indagare l’ipertrofia ventricolare sinistra. È la conclusione cui è arrivato un gruppo di ricercatori italiani coordinato da Giovanni Vitale, dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, e Raffaello Ditaranto, dell’Ospedale Gemelli di Roma. I risultati della ricerca sono stati pubblicati da Heart.
Per lo studio, sono stati coinvolti 111 pazienti con malattia di Fabry con ipertrofia ventricolare sinistra, confrontati con 111 pazienti con cardiomiopatia ipertrofica. I ricercatori hanno visto che un intervallo PR breve, un prolungamento della durata di QRS, un blocco di branca destra (RBBB), un’onda R in aVL maggiore o uguale a 1,1 mV e depressione del segmento ST sono fattori predittivi indipendenti di diagnosi di malattia di Fabry.
A seguito della diagnosi, è stato dato un punteggio all’ECG, che è risultato avere una sensibilità del 69% e una specificità dell’84%, un valore predittivo positivo dell’82% e un valore predittivo negativo del 72%.
Fonte: Hearth
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