
Attività fisica dalla giovane fino alla mezza età protegge memoria e apprendimento
Eseguire attività fisica a lungo termine, iniziando dalla giovane età fino alla mezza età, sarebbe utile a prevenire il declino […]
Secondo uno studio pubblicato su International Urology and Nephrology, i pazienti con malattia renale cronica e valori elevati di colesterolo totale e lipoproteine a bassa densità rischiano maggiormente di sviluppare eventi cardiovascolari e renali de novo.
“Abbiamo lavorato per identificare l’associazione tra diversi biomarcatori ed eventi cardiovascolari in modo da valutare la relazione tra tali biomarcatori e gli esiti renali” afferma Cristiana-Elena Vlad, del Dr. C. I. Parhon Clinical Hospital, e della Grigore T. Popa University of Medicine and Pharmacy, di Iasi, in Romania, prima autrice del lavoro.
I ricercatori hanno studiato 110 pazienti con malattia renale cronica in stadi da 2 a 4, identificando i nuovi eventi cardiovascolari e gli esiti renali. L’età media dei partecipanti era di 55,6 anni, e gli uomini erano maggiormente rappresentati delle donne.
Gli esperti hanno visto che i pazienti con malattia renale cronica che hanno presentato eventi cardiovascolari de novo e nuovi esiti renali durante lo studio avevano valori significativamente aumentati di colesterolo totale (TC), lipoproteine del colesterolo a bassa densità (LDL-C) a sei e 12 mesi, e livelli più elevati di proprotein convertasi subtilisina/kexina 9 (PCSK9), proteina C reattiva ad alta sensibilità (hsCRP) e bassi valori di frazione di eiezione (EF) rispetto a pazienti senza eventi cardiovascolari e renali.
Un valore di (PCSK9) maggiore di 220 ng/mL è risultato essere un predittore di eventi cardiovascolari, mentre una frazione di eiezione inferiore al 50% della progressione della malattia renale cronica allo stadio terminale. Valori di PCSK9 superiori a 220 ng/mL e valori di (phsCRP) maggiori di 3 mg/L sono stati anche associati al verificarsi di eventi renali e cardiovascolari precoci.
Fonte: International Urology and Nephrology