
Infezioni neurologiche nelle persone con HIV: epidemiologia e pattern clinici
Le infezioni neurologiche, sia collegate all’AIDS che non collegate alla sindrome, si manifestano nei pazienti positivi all’infezione da virus HIV, […]
Utilizzando i dati dello studio CEDMIC, i ricercatori hanno condotto un’analisi post-hoc del valore diagnostico del monitoraggio dei biomarcatori e delle scansioni di tomografia computerizzata (TC) del torace per la diagnosi precoce della malattia fungina invasiva (IFD) in pazienti ematologici neutropenici.
Inizialmente gli IFD sono stati definiti secondo la definizione EORTC/MSG e, poi, i biomarcatori come Aspergillus galactomannan (GM) e (1→3)-β-D-glucano (βDG) sono stati misurati settimanalmente.
Il valore predittivo positivo (PPV) di GM e βDG nei casi di trattamento ad alto rischio presentavano un valore che si è assestato intorno a 0,70 e a 0,69, mentre quelli in trattamento a basso rischio avevano un valore di 0,08 e 0, rispettivamente. Inoltre, tutti i biomarcatori positivi che sono stati misurati prima dello sviluppo della febbre nel trattamento a basso rischio sono risultati falsi positivi. È stata invece registrata una percentuale del 19% di pazienti con reperti TC toracici anormali e febbre persistente a 4-6 giorni, mentre percentuali del 57% e del 36% con febbre ricorrente sono state registrate a 7 giorni (o più tardi). Tuttavia, il 69% dei pazienti che ha presentato reperti anormali a 7 giorni o più tardi non presentava anomalie a 4-6 giorni.
In conclusione, lo screening febbrile dei biomarcatori nel trattamento a basso rischio non è risultato affatto utile. La TC del torace deve essere rivalutata in presenza di febbre persistente di 7 giorni o più anche in pazienti che non hanno manifestato anomalie entro 6 giorni.
Fonte: Journal of Infection