Malattie infiammatorie intestinali, un test del sangue le distinguerà?

Le malattie infiammatorie intestinali si manifestano in due forme: la malattia di Crohn e la colite ulcerosa. Sebbene queste due patologie abbiano sintomi simili e cause sconosciute, colpiscono porzioni diverse del tratto gastrointestinale e richiedono, dunque, terapie differenti. Inoltre, i test per distinguerle, come la biopsia e l’endoscopia, sono invasivi. Per sviluppare un’opzione diagnostica più confortevole, i ricercatori hanno intrapreso lo studio di biomarker nel sangue o in altri fluidi corporei.

In questo senso, le immunoglobuline potrebbero fungere da marcatori, dato che è stato evidenziato che l’immunoglobulina G (IgG) ha un ruolo nelle malattie autoimmuni, incluse le IBD. Un ruolo, tuttavia, potrebbe essere svolto anche dalle IgA, attive a livello delle mucose che ricoprono e proteggono gli organi interni, tra cui il tratto intestinale. A queste molecole possono aderire catene di zuccheri chiamate glicani, che ne influenzano la struttura e la funzione, in un meccanismo noto come glicosilazione delle IgA.

Lo studio

Per studiare il fenomeno, i ricercatori dell’University Medical Center di Leida – guidati da Manfred Wuhrer, dell’University Medical Center di Leida – hanno analizzato oltre 400 campioni di plasma di pazienti con IBD, insieme a quasi 200 campioni da controlli sani. Attraverso una tecnica combinata di cromatografia liquida e spettrometria di massa, i ricercatori hanno trovato oltre 30 diverse forme di anticorpi IgA1 e IgA2 e i glicani attaccati a queste differivano tra i tre gruppi sperimentali. I pazienti con malattia di Crohn, in particolare, avevano IgA con meno zuccheri ramificati, ma complessivamente più glicosilazione rispetto ad altri gruppi. I pazienti con colite ulcerosa, invece, avevano più glicani attaccati all’estremità opposta della IgA rispetto al gruppo dei controlli. Questi dati sono stati utilizzati per costruire un modello di previsione delle malattie; modello che potrebbe essere ulteriormente ampliato per essere sfruttato come strumento diagnostico.

Fonte: Journal of Proteome Research 2023

https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=116506

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