
Manifestazioni neurologiche correlate all’infezione COVID-19
Le manifestazioni neurologiche legate alla malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) possono passare in secondo piano rispetto ai sintomi respiratori, ma […]
Nonostante restino un’efficace strategia di contenimento del COVID-19, nei pazienti con psoriasi e dermatite seborroica le mascherine possono determinare delle riacutizzazioni delle malattie cutanee a livello facciale. È quanto osservato da un team italiano, coordinato da Giovanni Damiani dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, che ha pubblicato un’indagine sull’Italian Journal of Dermatology and Venereology e secondo il quale, l’approccio terapeutico verso questi soggetti predisposti dovrebbe essere più aggressivo.
Il team ha condotto uno studio multicentrico arruolando pazienti con diagnosi di dermatite seborroica e psoriasi al volto. Tutte le visite sono state condotte in teledermatologia all’inizio e dopo un mese in cui i partecipanti indossavano la mascherina per più di sei ore al giorno.
In tutto, sono stati analizzati 33 pazienti con psoriasi e 33 con dermatite seborroica. Dopo un mese, i pazienti con psoriasi mostravano più elevati valori sia di indice PASI che di SAPASI (self-administered PASI), il PASI auto-somministrato. Anche i pazienti con dermatite seborroica manifestavano una riacutizzazione della malattia, come evidenziato da entrambi gli indici sulla scala dei sintomi della dermatite seborroica (SSSD) e dal seborrheic dermatitis area and severity index (SEDASI). La tipologia di mascherina, infine, non sembrerebbe influenzare la gravità delle riacutizzazioni.
Fonte: Ital J Dermatol Venereol (2022) – doi: 10.23736/S2784-8671.22.07246-2