Dopo trapianto di rene, l’emoglobina glicata può aiutare a identificare un inizio di diabete
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La vulvodinia è una condizione debilitante caratterizzata dalla comparsa di dolore al tocco e alla pressione del tessuto vestibolare che circonda l’apertura vaginale.
Spesso si tratta di una “diagnosi di esclusione” fatta in assenza di infiammazioni o di lesioni visibili. L’associazione tra aumento del rischio di vulvodinia e una storia di infezioni da lievito e di allergie cutanee ha portato i ricercatori a verificare se meccanismi immunitari di infiammazione disregolata possano essere alla base della fisiopatologia di questa condizione caratterizzata da dolore cronico.
Un’equipe di ricercatori ha sintetizzato le indagini epidemiologiche, i risultati delle biopsie, gli studi su colture cellulari primarie e le intuizioni meccanicistiche relative a diverse condizioni di dolore vulvare.
Nel loro insieme, i risultati raccolti dagli esperti suggeriscono che le risposte infiammatorie alterate dei fibroblasti tissutali, insieme ad altri cambiamenti immunitari nei tessuti genitali potenzialmente guidati dall’accumulo di mastociti, possono essere fondamentali per lo sviluppo del dolore vulvare cronico.
L’associazione dell’aumento del numero e delle funzioni dei mastociti con un’ampia varietà di condizioni di dolore cronico accredita il loro coinvolgimento nella vulvodinia e sottolinea il loro potenziale come biomarcatore immunitario per il dolore cronico.
Oltre ai mastociti, sono associati al dolore cronico anche i neutrofili, i macrofagi, numerose citochine e i mediatori infiammatori. Tutto ciò suggerisce che gli approcci mirati al sistema immunitario, compresa la somministrazione terapeutica di preparati antinfiammatori endogeni, potrebbero fornire nuovi modi per trattare, gestire e controllare la crescente diffusione globale del dolore cronico.
Fonte: Front Cell Infect Microbiol. 2023
https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fcimb.2023.1215380/full
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