NAFLD e fibrosi epatica aumentano rischio cardiovascolare nell’HIV

Alle persone che hanno un’infezione da HIV e che soffrono di steatosi epatica non alcoolica (NAFLD) e/o significativa fibrosi epatica dovrebbe essere eseguita un’attenta valutazione delle malattie cardiovascolari, anche tra chi ha un peso corporeo nella norma e chi è più giovane. A suggerirlo è una ricerca coordinata da Adriana Cervo, dell’Ospedale Universitario di Palermo, i cui risultati sono stati pubblicati su HIV Medicine.

Il team ha preso in considerazione 941 pazienti con HIV, di età compresa tra 40 e 75 anni, di cui il 45% è stato classificato a basso rischio cardiovascolare, il 13,6% a rischio borderline, il 27,6% a rischio intermedio e il 13,8% ad alto rischio attraverso la valutazione dell’atherosclerotic cardiovascular disease (ASCVD) risk.

Dai risultati dell’analisi è emerso che tra i fattori predittivi di un rischio intermedio/elevato c’erano la NAFLD (adjusted odds ratio [aOR] 2,11; 95% IC 1,40-3,18; p <0,001), la fibrosi epatica (aOR 1,64; 95% IC 1,03 – 2,59; p =0,034) e la durata dell’infezione da HIV (aOR 2,19; 95% IC 1,36 – 3,54; p =0,001).

Fonte: HIV Med (2022) – doi: 10.1111/hiv.13274

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