Nel reintervento per bypass, la circolazione extracorporea mininvasiva è un’opzione applicabile

Non ci sono differenze nella mortalità complessiva tra circolazione extracorporea convenzionale (CECC) e circolazione extracorporea mininvasiva (MiECC) nei pazienti sottoposti a reintervento per bypass coronarico isolato. Questo è quanto riferisce uno studio pubblicato su Swiss Medical Weekly, nel quale si sottolinea anche che non sono state riscontrate differenze nella maggior parte degli esiti tra i due tipi di circuiti extracorporei.

“La circolazione extracorporea mininvasiva è un’alternativa consolidata alla circolazione extracorporea convenzionale nella chirurgia dell’innesto di bypass coronarico, ma i dati sul suo utilizzo nei reinterventi cardiaci sono limitati” spiega Paul Philipp Heinisch, della University of Bern, Svizzera, primo autore dello studio.

I ricercatori hanno analizzato la morbilità e la mortalità perioperatoria in pazienti adulti sottoposti a reintervento isolato utilizzando circuiti CECC o MiECC.

Gli esperti hanno studiato 105 pazienti, dei quali 47 hanno ricevuto un reintervento per bypass coronarico isolato utilizzando MiECC e 58 utilizzando CECC. Ebbene, nel gruppo MiECC sono stati osservati tempi di intervento più brevi, e l’incidenza della fibrillazione atriale postoperatoria era significativamente inferiore. Nessuna differenza significativa è stata osservata nella mortalità a 30 giorni per tutte le cause tra i gruppi MiECC e CECC.

“Nel caso del reintervento per bypass coronarico, il MiECC potrebbe fornire una strategia alternativa” concludono gli autori.

Fonte: Swiss Med Wkly. 2022 Feb 11;152:w30101. doi: 10.4414/smw.2022.w30101. eCollection 2022 Jan 31.

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