Ossido di grafene (GO): nuovo strumento per contrastare i batteri multi resistenti

Le patologie infettive costituiscono da sempre una minaccia severa per l’umanità, sono numerose e provocano una mortalità elevata e impatti negativi sulla vita sociale ed economica. A complicare ulteriormente le cose, la diffusione sempre più ampia di ceppi batterici multiresistenti (MDR) alle terapie antibiotiche sta creando seri problemi di salute pubblica in tutto il mondo, Paesi industrializzati compresi.

La comparsa di questi microbi è dovuta a mutazioni genetiche legate soprattutto all’eccessivo e spesso indiscriminato uso di antibiotici impiegati non solo come farmaci per curare le infezioni umane ma anche per il trattamento di animali da allevamento destinati al consumo alimentare umano.

Per combattere questo inquietante e pericoloso fenomeno, sono state sviluppate, grazie al progresso delle nanoscienze e delle nanotecnologie, minuscole particelle dotate della capacità di combattere i batteri particolarmente resistenti alle cure standard. Il meccanismo antibatterico di tali nanoparticelle è diverso rispetto a quello dei classici antibiotici.

Particolarmente interessanti in questo senso risultano i nanocomposti basati su ossido di grafene, GO, un materiale impiegato in diversi settori, tra i quali l’elettronica, che possiede proprietà uniche di natura meccanica, elettrica e ottica. Il grafene può essere utilizzato anche in campo biomedico, ad esempio per somministrare farmaci, e nel settore dell’ingegneria dei tessuti.

Per valutare la situazione attuale, un team di ricercatori ha condotto una revisione dei lavori scientifici pubblicati finora sul GO usato come antibatterico analizzando il suo meccanismo di azione e descrivendone i limiti e le prospettive future in medicina.

Fonte: Int J Mol Sci. 2022

https://www.mdpi.com/1422-0067/23/16/9096/htm

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