Dopo il Covid l’Oms Europa lancia la prima rete paneuropea per il controllo delle malattie
L’Oms Europa ha lanciato congiuntamente la Rete paneuropea per il controllo delle malattie (Ndc) con l’Agenzia per la […]
L’infezione da HCV è associata nella sua forma più grave anche a disturbi neuropsichiatrici che possono influire sul funzionamento e sulla qualità della vita correlata alla salute (HRQoL). Gli esperti hanno quindi voluto indagare la cognizione, il funzionamento e l’HRQoL in diverse fasi della malattia epatica dopo l’eradicazione dell’HCV. Si è partiti comunque dall’assunto che la reversibilità a diversi stadi della malattia epatica non sia ancora nota, in particolare nella cirrosi.
È stato quindi studiato un campione casuale di 152 pazienti trattati con agenti antivirali ad azione diretta (DAA). Dopodiché è stata eseguita una valutazione neuropsicologica completa e sono stati somministrati dei questionari di funzionamento e HRQoL basale, 12 e 48 settimane dopo la fine degli antivirali.
Centotrentacinque pazienti che hanno raggiunto una risposta virologica hanno poi completato il follow-up: 44 con cirrosi e il 21% presentava un deterioramento cognitivo prima di iniziare il trattamento con i DAA. Inoltre, l’eradicazione virale è stata associata a una diminuzione del deterioramento cognitivo nel 23% dei pazienti cirrotici e nel 6% dei pazienti non cirrotici.
È stato interessante notare come i pazienti più anziani con deterioramento cognitivo al basale fossero quelli capaci di ottenere un maggior beneficio cognitivo, indipendentemente dalla malattia epatica. Il deterioramento cognitivo persistente è stato quindi associato ad un rischio cardiovascolare più elevato, cirrosi, istruzione inferiore e punteggi più elevati di ansia e depressione. Anche il funzionamento e la HRQoL sono migliorati dopo l’eradicazione, sebbene rimangano peggiori nel gruppo cirrotico.
In conclusione, l’eradicazione virale riduce sicuramente la prevalenza del deterioramento cognitivo e migliora il funzionamento e l’HRQoL. I pazienti con riserva cerebrale inferiore (più anziani) e deterioramento cognitivo di base possono, tuttavia, trarre i maggiori benefici. L’identificazione e il trattamento dei pazienti con HCV attraverso programmi di screening possono ridurre l’onere dei disturbi cognitivi oltre la prevenzione della progressione della malattia epatica.
Fonte: European Journal of Neurology