
Manifestazioni neurologiche correlate all’infezione COVID-19
Le manifestazioni neurologiche legate alla malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) possono passare in secondo piano rispetto ai sintomi respiratori, ma […]
L’infezione da HCV è associata nella sua forma più grave anche a disturbi neuropsichiatrici che possono influire sul funzionamento e sulla qualità della vita correlata alla salute (HRQoL). Gli esperti hanno quindi voluto indagare la cognizione, il funzionamento e l’HRQoL in diverse fasi della malattia epatica dopo l’eradicazione dell’HCV. Si è partiti comunque dall’assunto che la reversibilità a diversi stadi della malattia epatica non sia ancora nota, in particolare nella cirrosi.
È stato quindi studiato un campione casuale di 152 pazienti trattati con agenti antivirali ad azione diretta (DAA). Dopodiché è stata eseguita una valutazione neuropsicologica completa e sono stati somministrati dei questionari di funzionamento e HRQoL basale, 12 e 48 settimane dopo la fine degli antivirali.
Centotrentacinque pazienti che hanno raggiunto una risposta virologica hanno poi completato il follow-up: 44 con cirrosi e il 21% presentava un deterioramento cognitivo prima di iniziare il trattamento con i DAA. Inoltre, l’eradicazione virale è stata associata a una diminuzione del deterioramento cognitivo nel 23% dei pazienti cirrotici e nel 6% dei pazienti non cirrotici.
È stato interessante notare come i pazienti più anziani con deterioramento cognitivo al basale fossero quelli capaci di ottenere un maggior beneficio cognitivo, indipendentemente dalla malattia epatica. Il deterioramento cognitivo persistente è stato quindi associato ad un rischio cardiovascolare più elevato, cirrosi, istruzione inferiore e punteggi più elevati di ansia e depressione. Anche il funzionamento e la HRQoL sono migliorati dopo l’eradicazione, sebbene rimangano peggiori nel gruppo cirrotico.
In conclusione, l’eradicazione virale riduce sicuramente la prevalenza del deterioramento cognitivo e migliora il funzionamento e l’HRQoL. I pazienti con riserva cerebrale inferiore (più anziani) e deterioramento cognitivo di base possono, tuttavia, trarre i maggiori benefici. L’identificazione e il trattamento dei pazienti con HCV attraverso programmi di screening possono ridurre l’onere dei disturbi cognitivi oltre la prevenzione della progressione della malattia epatica.
Fonte: European Journal of Neurology