Dopo il Covid l’Oms Europa lancia la prima rete paneuropea per il controllo delle malattie
L’Oms Europa ha lanciato congiuntamente la Rete paneuropea per il controllo delle malattie (Ndc) con l’Agenzia per la […]
La mortalità nei pazienti oncologici che si ammalano di Covid-19 è diminuita in Europa. Questo miglioramento può essere associato a diagnosi più precoci, migliore gestione e cambiamenti dinamici nella trasmissione comunitaria nel tempo. Lo rivela uno studio condotto dai ricercatori dell’OnCovid Study Group e pubblicato dalla rivista JAMA Oncology.
OnCovid è un registro europeo che raccoglie dati su pazienti affetti da un tumore, che sia un cancro solido o ematologico e che si ammalano di Covid-19. Sono inclusi in questa analisi i dati real-world provenienti da 35 istituzioni in 6 paesi (Regno Unito, Italia, Spagna, Francia, Belgio e Germania).
Per questa analisi le caratteristiche e gli esiti dei pazienti sono stati confrontati stratificando i pazienti in 5 fasi (da febbraio a marzo 2020, da aprile a giugno 2020, da luglio a settembre 2020, da ottobre a dicembre 2020 e da gennaio a febbraio 2021) e in 2 focolai principali (da febbraio a giugno 2020 e da luglio 2020 a febbraio 2021).
Sono stati inclusi 2.795 pazienti, 2.634 erano eleggibili per l’analisi (età mediana 68 anni; il 52,8% composto da uomini). Nel corso dei mesi, il tasso di mortalità a 14 giorni è diminuito: era del 29,8% da febbraio a marzo 2020; del 20,3% da aprile a giugno 2020; del 12,5% da luglio a settembre 2020; del 17,2% da ottobre a dicembre 2020; e del 14,5% da gennaio a febbraio 2021.
Rispetto al secondo focolaio, i pazienti diagnosticati nel primo focolaio avevano più probabilità di avere 65 anni o più (il 60,3% contro il 56,1%), di avere almeno 2 comorbidità (il 48,8%contro il 42,4%) e di avere tumori avanzati (il 46,4% contro il 56,1%).
Durante la prima epidemia si è verificato un maggior numero di complicanze del Covid-19 (738 il 45,4% contro il 33,9%) e di ricoveri (il 59,8% contro il 42,1 %). I tassi di mortalità a 14 giorni per il primo e il secondo focolaio maggiore erano rispettivamente del 25,6% e del 16,2%.
Dopo aggiustamento per Paese, sesso, età, comorbidità, stadio e stato del tumore, terapia anti-Covid-19 e antitumorale e complicanze del Covid-19, i pazienti diagnosticati nel primo focolaio avevano comunque un aumentato rischio di morte a 14 giorni e a 3 mesi rispetto a quelli diagnosticati nel secondo focolaio.
Fonte: JAMA Oncol