
Formazione ad hoc aumenta test per HIV prescritti dai medici di medicina generale
Condurre una formazione ad hoc sui medici di medicina generale per sensibilizzare a prescrivere test per rilevare l’HIV potrebbe aumentare […]
Nonostante le diverse ricerche effettuate, il ruolo delle coinfezioni respiratorie alla diagnosi di polmonite da Pneumocystis jirovecii (PcP) sull’impatto clinico è ancora troppo sottovalutato.
Perciò, dal 2011 al 2019 è stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo per valutare le coinfezioni respiratorie alla diagnosi di pazienti con PcP in 2 ospedali di cure terziarie; coinfezione che è stata definita dall’identificazione di agenti patogeni da campioni positivi a P. jirovecii.
Sono stati inclusi 328 pazienti con diagnosi di PcP per un totale di 7.882 campioni respiratori testati; degli individui analizzati, 193 erano maschi, 74 avevano sierologia HIV positiva, 125 presentavano coinfezione virale, 76 coinfezione batterica e la mortalità a 90 giorni era del 25,3%. Nella popolazione complessiva, la mortalità a 3 mesi era indipendentemente associata alla malattia sottostante al tumore solido, alla valutazione dell’insufficienza d’organo correlata alla sepsi punteggio (SOFA) al ricovero e alla coinfezione respiratoria da citomegalovirus (CMV). Tra i pazienti HIV-negativi, invece, la coinfezione respiratoria da CMV era associata a una prognosi peggiore, specialmente se trattata con terapia aggiuntiva con corticosteroidi.
Pertanto, la coinfezione respiratoria da CMV alla diagnosi di PcP è stata valutata come indipendentemente associata ad un aumento della mortalità a 90 giorni, in particolare nei pazienti HIV-negativi.
Fonte: The Journal of Infectious Diseases – https://doi.org/10.1093/infdis/jiab460