Pressione arteriosa cumulativa e danno d’organo nel diabete

Una nuova indagine multicentrica pubblicata su Cardiovascular Diabetology evidenzia come il carico pressorio cumulativo, calcolato sulla base di un target di pressione sistolica inferiore a 120 mmHg, sia il miglior predittore della progressione della rigidità arteriosa e dell’insorgenza di nefropatia diabetica (DKD) nei pazienti con diabete di tipo 2.

Lo studio ha coinvolto 18.168 soggetti afferenti a 10 centri diabetologici, con un’età media di 54,5 anni e una predominanza maschile (57,5%). I ricercatori hanno calcolato il carico pressorio cumulativo – indicatore dell’esposizione pressoria nel lungo periodo – utilizzando tre diversi target clinicamente raccomandati per la pressione sistolica: <140 mmHg, <130 mmHg e <120 mmHg. Gli esiti principali erano la variazione della rigidità arteriosa, misurata tramite la velocità dell’onda di polso braccio-caviglia (ba-PWV), e l’insorgenza di DKD, definita da un filtrato glomerulare stimato <60 mL/min/1,73 m² o un rapporto albumina/creatinina urinario ≥3,39 mg/mmol.

Durante un follow-up medio di 3,5 anni, la rigidità arteriosa è aumentata mediamente di 0,19 m/s all’anno e il 25,6% dei partecipanti ha sviluppato DKD. L’aggiunta del carico pressorio cumulativo ai modelli predittivi contenenti i tradizionali fattori di rischio ha migliorato significativamente la capacità predittiva, in misura proporzionale alla severità del target pressorio utilizzato. In particolare, per la progressione della ba-PWV, l’R² aggiustato è risultato massimo (0,193) con un target di <120 mmHg, rispetto a <130 mmHg (0,184) e <140 mmHg (0,172). Analogamente, per la previsione della DKD, il miglioramento netto di riclassificazione (NRI) è stato del 15,8% con il target <120 mmHg, a fronte di valori inferiori con i target meno stringenti (12,5% per <130 mmHg e 6,4% per <140 mmHg).

Questi risultati suggeriscono che, nei pazienti con diabete di tipo 2, un controllo pressorio più stretto– volto a mantenere la pressione sistolica sotto i 120 mmHg – possa offrire benefici superiori nella prevenzione delle complicanze vascolari e renali, rispetto ai target più elevati finora utilizzati in diversi contesti clinici.

Fonte: Cardiovasc Diabetol 2025.

https://cardiab.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12933-025-02785-7#Sec13

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