
Carcinoma a cellule squamose della testa e del collo: significato prognostico di CAV1 e CAV2
La famiglia CAV, in particolare CAV1 e CAV2, è significativamente associata allo sviluppo tumorale. Un gruppo di esperti ha svolto […]
Un’inibitore della glutaminasi in combinazione con le radiazioni ionizzanti, migliora la risposta al trattamento nei modelli animali di carcinoma a cellule squamose della testa e del collo. Lo dimostra uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Cincinnati e pubblicato dalla rivista Cancer Letters.
L’efficacia delle radiazioni ionizzanti per il carcinoma a cellule squamose della testa e del collo è limitata da meccanismi poco conosciuti di radioresistenza adattativa, scrivono gli autori. Un’elevata espressione genica della glutaminasi è collegata a una sopravvivenza significativamente ridotta dei pazienti.
Diversi studi hanno mostrato che l’inibitore della glutaminasi CB-839 è ben tollerato dai pazienti e causa effetti collaterali minimi.
I ricercatori hanno quindi usato tre linee cellulari umane di carcinoma a cellule squamose della testa e del collo e due modelli murini di xenotrapianto per esaminare gli effetti dell’inibitore sulla sensibilità alle radiazioni.
Hanno così scoperto che l’inibitore da solo riduce la crescita delle cellule tumorali della testa e del collo fino al 90% e aumenta del 40% l’efficacia delle radiazioni negli animali.
Questi dati preclinici, insieme agli studi clinici condotti sulla sicurezza dell’inibitore, giustificano ulteriori studi sui pazienti affetti da tumori della testa e del collo.
Fonte: Cancer Letters