
Peso psicologico del diabete: interventi personalizzati per adulti con diabete di tipo 1
La personalizzazione degli interventi può migliorare l’efficacia nel trattamento del peso psicologico (distress) da diabete (DD) negli adulti con diabete […]
L’accumulo di grasso viscerale rappresenta un elemento cruciale nella valutazione del rischio cardiovascolare (CV) nei pazienti con diabete di tipo 1 (PWT1D), secondo uno studio pubblicato su Cardiovascular Diabetology. I ricercatori hanno confrontato il tradizionale indice di massa corporea (BMI) con il rapporto vita-altezza (waist-to-height ratio, WHtR), un parametro più specifico per stimare l’adiposità viscerale, al fine di determinare quale sia più predittivo del rischio CV a 10 anni in soggetti in prevenzione primaria.
Lo studio ha coinvolto 1.482 pazienti del registro francese SFDT1, suddivisi in base al BMI (normopeso: 18,5–24,9 kg/m²; sovrappeso/obesità: ≥ 25 kg/m²) e al WHtR (cut-off: 0,5). Il rischio cardiovascolare a 10 anni è stato stimato tramite lo Steno Type 1 Risk Engine, classificandolo in basso (<10%), intermedio (10–20%) e alto (>20%).
I risultati hanno mostrato che il 12% dei pazienti sovrappeso o obesi aveva un rischio CV elevato, rispetto al 7% dei normopeso. Una differenza ancora più marcata è emersa utilizzando il WHtR: il 13% dei soggetti con valori ≥ 0,5 aveva un rischio alto, rispetto al solo 4% di quelli con WHtR < 0,5. L’associazione tra BMI e rischio CV elevato è risultata significativa negli uomini (p = 0,001), ma solo tendenzialmente significativa nelle donne (p = 0,053). Al contrario, il WHtR ha mostrato un’associazione significativa con il rischio elevato in entrambi i sessi (p < 0,001 negli uomini; p = 0,046 nelle donne).
Le soglie individuate tramite curve ROC indicano un valore critico di BMI pari a 24,9 kg/m² negli uomini, mentre per il WHtR il valore di 0,5 si conferma valido sia per uomini che per donne.
In conclusione, nei PWT1D in prevenzione primaria, il WHtR si dimostra un indicatore più affidabile rispetto al BMI per stimare il rischio cardiovascolare a 10 anni. Questi risultati suggeriscono l’importanza di includere la valutazione dell’adiposità viscerale nella pratica clinica per una stratificazione del rischio più accurata.
Fonte: Cardiovasc Diabetol 2025
https://cardiab.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12933-025-02789-3
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