
Encondromi: un intervento mininvasivo può favorire un recupero più rapido della chirurgia in aperto
Nei pazienti con encondromi la chirurgia osteoscopica è efficace nel fornire un recupero funzionale precoce e meno complicazioni rispetto alla […]
Nonostante studi recenti abbiano dimostrato come trattamenti antiangiogenici e immunoterapeutici siano capaci di migliorare significativamente la prognosi del carcinoma a cellule renali (RCC) metastatico, è emerso anche come molti pazienti sviluppino poi resistenza, portando al fallimento del trattamento. Infatti, l’eterogeneità genetica del tumore è una delle principali cause di questa resistenza.
È stata quindi eseguita una meta-analisi dei dati genomici per RCC a cellule chiare ottenuto da tumori primari e metastasi per valutare la prevalenza di mutazioni geniche e alterazioni del numero di copie (CNA). Gli articoli di riferimento sono stati selezionati dalle librerie Medline ed Embase utilizzando un algoritmo di ricerca specifico, in un periodo compreso tra gennaio 1999 e febbraio 2021. Poi, è stata condotta una revisione critica secondo le linee guida PRISMA (Preferred Reporting Items for Systematic Review and Meta-Analysis); 93 pubblicazioni sono state selezionate per l’inclusione in questa meta-analisi.
La meta-analisi ha incluso un totale di 14.696 pazienti, 14.299 campioni di tumore primario e 969 campioni metastatici; è stato valutato il criterio di prevalenza complessiva e dei sottogruppi di mutazioni geniche e CNA, compresi i confronti tra tumori primari e metastasi. In particolare, per le metastasi è emerso che la prevalenza della mutazione era significativamente più marcata per dieci geni rispetto ai tumori primari, con nessuna o poca eterogeneità tra gli studi. La prevalenza della mutazione VHL è aumentata significativamente dal 64% nei tumori primari al 75% nelle metastasi e c’è stato un aumento significativo della prevalenza di CNA da tumori primari a metastasi per specifici cromosomi. CDKN2A, chiamato anche p16 e coinvolto nella progressione del ciclo cellulare è stato perso nel 76% dei campioni metastatici, mentre ASXL1 non solo è risultato amplificato nel 50% degli RCC metastatici rispetto al 21% dei tumori primari, ma strettamente legato alla funzione BAP1.
I risultati sottolineano il valore aggiunto delle biopsie preferenziali sulle metastasi RCC per esplorare completamente la biologia della malattia metastatica nel cancro del rene a fini terapeutici. Ciò evidenzia l’importanza di eseguire biopsie di metastasi per analizzare le mutazioni genetiche e potenzialmente guidare la selezione della strategia di trattamento più adatta.
Fonte: European Urology – https://doi.org/10.1016/j.eururo.2021.12.010