Schillaci: “Il 20% di esami e visite è inappropriato”. E su taglio pensioni ai sanitari assicura: “Al lavoro per una soluzione”

La richiesta inappropriata di esami e visite è almeno il 20%” del totale e “su questo noi vogliamo agire ovviamente di concerto con le regioni. A breve l’Istituto Superiore di Sanità riaprirà il suo portale e lo renderà più efficiente per raccogliere le linee guida della società scientifiche, questo credo che possa andare in due direzioni: uno, dare certezza e sicurezza nella prescrizione degli esami e delle terapie; l’altro, rendere i medici meno vulnerabili a possibili denunce”. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci ospite di ’24Mattino’ su Radio24.

“Spesso – ha aggiunto – i medici prescrivono esami che magari non sono completamente necessari per via delle possibili conseguenze medico-legali. Su questo stiamo lavorando insieme al ministro della Giustizia per cercare finalmente anche di ridurre quelli che sono i rischi legati alla medicina difensiva che pesa probabilmente una cifra importante, quasi 10 miliardi di euro l’anno. Se questi soldi potranno essere investiti risolveremo gran parte dei problemi della nostra sanità”.

Il Ministro ha toccato anche il tema della misura taglia pensioni che ha fatto infuriare i sindacati: “Io credo che il Governo stia lavorando per trovare una soluzione” alla norma che taglia le pensioni dei medici “vista anche la carenza di professionisti e sono fiducioso. Una carenza che si farà sentire soprattutto nei prossimi tre anni vista la gobba pensionistica. Troveremo un accomodamento per la norma”.

“Ci preoccupa il fatto che i giovani scelgano molto poco alcune specializzazioni mediche e questo si evince chiaramente dai dati d’ingresso negli ultimi test delle scuole di specializzazione. Per cui io credo – ha osservato il ministro – che su questo fronte oltre ad aumentare il numero di posti a Medicina e Chirurgia, cosa che è stata fatta e che avverrà anche nei prossimi anni, dobbiamo rendere più attrattive alcune specializzazioni e questo è sicuramente un fronte di grande impegno”.

“Non vogliamo indebolire la sanità pubblica. Il privato accreditato da anni fa parte del sistema sanitario pubblico, noi abbiamo messo un incentivo importante per le prestazioni aggiuntive ai medici e agli operatori sanitari. Io spero che quindi più persone nel sistema sanitario nazionale cerchino di impegnarsi maggiormente all’interno del sistema stesso, dopodiché il privato accreditato in un momento come questo in cui c’è il problema delle liste d’attesa credo che vada unicamente a favore dei cittadini per cercare in qualche modo di sbloccare la situazione. Il cittadino che va in una struttura privata convenzionata non paga nulla come se andasse in una struttura pubblica”, ha detto infine riferendosi alle norme sui finanziamenti al privato per abbattere le liste d’attesa.

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